Come far passare il brivido di paura del Napoli di Garcia: 6 punti in 2 gare - Calcio News 24
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Come far passare il brivido di paura del Napoli di Garcia: 6 punti in 2 gare

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Rudi Garcia

Più che il tema limitato al solo turno infrasettimanale, occuperà l’agenda da qui alla sosta di ottobre. Perché un Napoli…

Più che il tema limitato al solo turno infrasettimanale, occuperà l’agenda da qui alla sosta di ottobre. Perché un Napoli che ha già 7 punti dall’Inter e un’Inter che ha tutto per fare un filotto di vittorie consecutive comporta per i campioni d’Italia la necessità di una risposta immediata, senza se e senza ma. A meno di voler accettare di abdicare praticamente subito e volgere il grosso delle motivazioni al percorso in Europa, dove la squadra ha conquistato 3 punti alla prima gara e se riuscissero nell’impresa contro il Real Madrid al Maradona incanalerebbero la qualificazione agli ottavi in maniera fortissima. Offrendo, così, un sospetto più che legittimo per le squadre che arrivano da un dominio così netto e prolungato come quello dello scorso campionato: che non si abbiano più le energie fisiche e mentali per esercitare un’egemonia di lunga durata, ma che la qualità della squadra e lo status dei suoi assi può portare a grandi imprese singole e in Europa.

Naturalmente è ancora troppo presto per una valutazione di questo genere, in un senso o nell’altro. E prima dell’esame Ancelotti c’è da pensare a questa settimana, con Udinese in casa e Lecce fuori. Sono 6 punti obbligatori, per scalare posizioni in classifica e offrire una continuità che serva a cacciare via brutti pensieri anche attorno alla direzione tecnica. Lo scrive oggi Sebastiano Vernazza su La Gazzetta dello Sport: «Garcia ha smantellato il gioco di Spalletti senza ancora mostrare il suo e nelle ultime due giornate ha sostituito Kvaratskheila, due volte, e Osimhen, una, come se volesse spedire dei messaggi al gruppo, sul genere “qui comando io e nessuno è intoccabile”. I tifosi sono disorientati, la città si interroga. De Laurentiis ha scritto che la squadra gli è piaciuta in un tweet che pare una trollata, una presa in giro. Lo scudetto era di maggio, l’altro ieri, ma sembra una vita fa».

Per certi versi sembra di rivivere il post secondo scudetto del 1990. Era un altro Napoli, c’era Maradona e le sue bizze successive al Mondiale, si viveva il clima da fine di un’epoca. Situazioni diverse, ovviamente, ma classifica ugualmente preoccupante, dopo 5 giornate quel Napoli era già lontano dalla vetta e finì settimo, appaiato alla Juve di Maifredi. Il brivido di paura che si prova adesso è che un ciclo al vertice – da Sarri in poi il Napoli frequenta le zone alte – possa svanire per avere osato cambiare il massimo artefice. Bastano due vittorie, giusto due vittorie, per rimettersi al passo e allontanare i fantasmi che sempre di più stanno occupando le prime pagine dei giornali accanto all’immagine dell’allenatore francese.

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Napoli, Caprile: «Conte ci spinge a fare questa cosa. A Meret ruberei quella dote. Buongiorno? È un fenomeno»

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caprile

Il secondo portiere dei partenopei è stato intervistato su alcuni argomenti riguardanti il suo periodo in azzurro

Elia Caprile, portiere del Napoli, ha parlato a CRC durante la trasmissione “A Pranzo con Chiariello”. L’estremo difensore ha debuttato questa stagione contro la Juventus dopo l’infortunio di Meret.

GOL SUBITI – «Il fatto di aver subito pochi tiri significa che siamo compatti, ma non dipende solo dal portiere o dalla difesa, ma da tutta la squadra. Tutti noi ci muoviamo bene ed il mister ci spinge ad essere compatti, forse è questo il segreto»

DIFENSORI – «Da portiere seguo il movimento delle punte, vedo tutto il campo e posso dare una mano. Così come loro possono aiutarmi nella gestione della palla, io gli posso dare una mano con gli avversari». 

BUONGIORNO – «Fa le stesse cose come in partita, è un fenomeno e tutti i giorni lo dimostra dentro e fuori dal campo: è un grande lavoratore e merita tutto ciò che sta ottenendo. Il salto in una squadra che subisce pochi tiri è particolare e difficile, io cerco di stare sempre concentrato e vedo di dare sempre una mano ai compagni: la parte più difficile è il fatto che mentalmente sai di ricevere pochi tiri ma devi essere pronto»

LEEDS – «Mi ha formato a livello sportivo e personale, una nazione nuova imparando la lingua e passando la pandemia da solo, tutto questo mi ha aiutato. Ogni allenatore mi ha lasciato qualcosa, mi ha migliorato a livello tecnico e personale».

SORRENTINO – «Stefano è stato il primo big con cui mi sono allenato, avevo 17 anni e ho avuto questa fortuna: ho capito cosa significa allenarsi in Serie A, avere la cattiveria giusta. Ho cambiato il mio modo di allenarmi. Come idolo tra gli italiani dico Buffon, poi ce ne sono più nuovi a cui mi ispiro così come nel passato».

RUOLO – «Ormai il gioco dal basso, stare più alti in campo, uscire dall’area: sono tutte componenti che fanno parte del ruolo, ma sono cose su cui si lavora tutti i giorni per farle al meglio quando vieni chiamato in campo». 

VASQEUZ – «Sono contento per la stagione che sta facendo, mi dicono sia un ragazzo top e gli auguro di fare bene, magari con noi un po’ meno, ma da Empoli me ne hanno parlato tutti bene». 

MERET«Una dote da rubare? Ho la fortuna di potermi allenare con lui tutti i giorni e lo vedo in campo, non c’è una dote singola ma con gli occhi cerco di catturare qualsiasi cosa. La classifica sicuramente ci dà consapevolezza ma la stagione è lunga, il campionato non finisce oggi e non ci facciamo prendere dall’entusiasmo: sappiamo di dover lavorare tanto, poi a maggio vedremo».

Il senso d’appartenenza della città di Napoli? 

«Il fatto che sia venuto in città da piccolo mi ha aiutato a capire subito quali siano i pregi e i difetti: io a Napoli sto benissimo, la cosa che mi rende più napoletano è il fatto che mi piace mangiare. Il mister magari non sarà contento, però a Napoli si mangia bene e quindi sono contento di far parte di questa squadra».

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Kvaratskhelia allo scoperto: «Sogno di vincere la Champions con il Napoli. Conte? Tra i migliori al Mondo, stiamo migliorando tutti»

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Kvaratshelia

Le parole di Khvicha Kvaratskhelia, esterno georgiano del Napoli, sui suoi obiettivi con la maglia azzurra. Tutti i dettagli in merito

Khvicha Kvaratskhelia ha parlato del Napoli in un’intervista rilasciata ai canali ufficiali della Fifa dal ritiro della Georgia.

CONTE – «Sono felice di avere l’opportunità di lavorare con Antonio Conte. Altre persone mi avevano detto che era un grande allenatore e sono contento di poterlo sperimentare in prima persona. È uno dei migliori al Mondo e con lui sto cercando di migliorare sia fisicamente che tatticamente. Credo che con il suo aiuto potrò ottenere i risultati che desidero sia a livello di club che a livello internazionale. Ogni giocatore ha margini di miglioramento e io non faccio eccezione. Ciò può essere ottenuto attraverso l’allenamento e l’impegno. Senza specificare componenti particolari, dico solo che desidero migliorare ogni aspetto del mio gioco».

SOGNI – «Più di tutto, sogno di qualificarmi al Mondiale con la Georgia e di vincere la Champions League con il mio club. Spero di trasformare questi due sogni in realtà. Vincere il trofeo più importante del calcio per club è il sogno di ogni calciatore e partecipare alla Coppa del Mondo è ciò che ogni georgiano sogna. Credo che sarebbe un doveroso tributo a tutti coloro che hanno rappresentato la Georgia in passato. Vogliamo continuare sulla loro strada, raggiungere questo obiettivo e rendere orgoglioso il nostro Paese. Negli ultimi mesi abbiamo dimostrato che la Georgia può dare tanto al calcio. Faremo di tutto per realizzare il nostro sogno di giocare il Mondiale. Crediamo di poterci qualificare e questa è la cosa principale. Abbiamo le qualità e il carattere per trasformare questo sogno in realtà».

SFIDARE CR7 – «La partita contro il Portogallo agli Europei è stata per me la gara più importante della mia vita. Giocavo contro il calciatore che ho seguito e idolatrato fin da ragazzino. Prima della partita mi sono detto ‘questo è il mio momento’ e dovevo dimostrarlo in campo. Giocare contro il tuo idolo è una grande motivazione, è stato incredibile. È venuto da me e mi ha augurato buona fortuna. Ero estasiato e ancora più convinto che la Georgia avrebbe vinto. Quella sera ho dato tutto e ho aiutato la mia squadra a raggiungere un risultato storico».

TIFOSI NAPOLI E GEORGIA – «La cosa principale che hanno in comune è l’amore per il calcio. Questo sport è speciale per entrambi e per questo non ho avuto problemi ad ambientarmi a Napoli. Sono felice di essere supportato sia da questo club che dalla mia Nazionale. Voglio essere utile al mio Paese. Considerando quello che faccio oggi, credo che sto aiutando la Georgia e la Georgia sta aiutando me. Sono immensamente orgoglioso di essere georgiano. Ringrazio Dio di essere nato in Georgia e di essere figlio di questo Paese storico. Farò sempre del mio meglio per rendere orgoglioso il mio Paese, indipendentemente da ciò che accadrà dopo».

CANDIDATURA MIGLIOR GIOCATORE SERIE A – «È stata una bellissima emozione essere nominato per quel premio. Mi ha dato più fiducia e motivazione per dimostrare che quella non è stata solo una coincidenza. Farò di tutto per tornare su quel palcoscenico e sono certo che lo farò. Sto lavorando duramente per questo e credo fermamente che i miei sforzi saranno ripagati».

NUOVA GENERAZIONE CALCIATORI – «Il futuro del calcio è in buone mani, ma dobbiamo rispettare le leggende di questo sport come Messi e Ronaldo. Stanno ancora giocando e rendendo felici tanti tifosi con le loro prestazioni. Ho la fortuna di aver giocato nella loro stessa epoca e di aver vissuto il calcio spettacolare che hanno regalato insieme alle altre leggende della loro generazione».

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