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Buon compleanno a… Stefano Colantuono

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Oggi è il compleanno di Stefano Colantuono: l’ultima avventura da allenatore con la Salernitana

Oggi Stefano Colantuono compie 61 anni. Nella sua carriera da allenatore ha guidato nove squadre e quella nella quale è stata di più, tra l’altro sedendosi sulla panchina in due periodi diversi, è stata l’Atalanta. Che per lui rappresenta qualcosa di davvero speciale per almeno due grandi motivi, uno di carattere più storico e l’altro legato maggiormente a una circostanza particolare.

Bergamo è un piacevolissimo ricordo perché lì ci sono state le due grandi imprese della carriera: la promozione dalla B alla A nel 2005-06 e il raggiungimento dell’ottavo posto nell’annata successiva. E poi, un altro balzo di categoria nel decennio successivo, precisamente nel 2010-11. Inoltre, ed ecco l’evento più recente, la Dea è stata anche l’ultima società nella quale ha vissuto stagioni serene, che per certi mister significa condurre la barca dalla prima all’ultima giornata.

Quando il Sassuolo rovinò i sogni europei dell’Atalanta di Colantuono nel 2014

Anche con l’Atalanta il rapporto si è interrotto con un esonero, ma dopo 4 belle stagioni per intero, con tante soddisfazioni e quel gusto di stare in un ambiente che conosci e che ti apprezza, dal quale sai cosa trarre e che, eventualmente, riesce a comprendere i momenti no che fatalmente nel percorso ci sono.

Dopo di allora, non c’è stata una sola esperienza rilassante. O la si è iniziata subentrando a qualche collega, o la si è finita anzitempo, o si è passati da entrambe le cose: a Stefano Colantuono il tempo non è stato più propizio per mettere radici in qualche luogo e presso qualche club. Fino ad arrivare al riposo, anche se non è detto che si consideri un pensionato e non sia lì ad aspettare che arrivi una qualche occasione per ributtarsi dentro.

L’ultima avventura – il termine non paia di maniera – va raccontata per far comprendere le difficoltà che si trova ad affrontare chi nel calcio bazzica la provincia. All’ottava giornata Colantuono prende il posto di Castori a Salerno. La squadra è ultima, i problemi societari sono grandi, l’esordio è da shock assoluto: al termine del primo tempo all’Arechi di Salernitana-Empoli il risultato è di 0-4, peggio praticamente non è concepibile. A fine gara racconta cos’è successo nell’intervallo: «Ai miei ragazzi ho detto di far finta che la partita iniziasse con 45 minuti di ritardo». Nella ripresa in effetti qualcosa cambia, le proporzioni della sconfitta vengono dimezzate, ma è chiaro che Stefano si è andato a prendere una responsabilità non proprio semplice da gestire.

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Trascorre qualche mese, si arriva alla ventiquattresima giornata, la Salernitana resta ancorata sul fondo e al capezzale è stato chiamato Walter Sabatini, deus ex machina che tutto può fare pur di arrivare a una salvezza impossibile. L’impresa riuscirà, passando però per questa situazione piuttosto crudele. Perché il ds prima della trasferta a Marassi rinnova la fiducia al tecnico, ma le parole usate pubblicamente fanno capire quanto sia risicata: «Vedo ogni giorno come lavora l’allenatore, per questo ho chiesto al presidente di mantenerlo. Ha una ferocia al limite del collasso e la squadra lo segue con entusiasmo Ora Colantuono deve fare la sua settimana con tranquillità scaricando l’adrenalina in campo, poi vediamo domenica cosa accadrà. A Genova spartiacque per tutti, allenatore compreso. Noi pensiamo alle soluzioni, ma al momento opportuno». Genoa-Salernitana termina 1-1, non ci sono vincitori ma c’è un unico sconfitto. É Colantuono, che lascerà il posto a Davide Nicola.

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Le sue parole a DAZN, al termine della gara e in attesa di comunicazioni ufficiali, è eloquente. Più che una risposta al momento, la sua è l’espressione netta di chi ha un mestiere in bilico, una rivendicazione non scevra da polemiche verso tutti coloro che per tanti anni hanno scritto o predetto il suo licenziamento: «Ho 60 anni, l’ultimo dei miei pensieri è il mio futuro. Ne parlano i giornalisti, altrimenti diventano matti. Ho avuto una scuola di presidenti che mi hanno sempre tenuto sulle spine. Potrei citare Gaucci e Zamparini, che ci ha lasciato poco fa. Ma è solo un problema vostro».

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