2009

City, Mancini: “Juve, mai contatti. Resto qui, e su Balotelli…”

Pubblicato

su

I complimenti al Milan, il suo futuro e la smentita sui presunti contatti con la Juventus, Balotelli e la retrocessione della Sampdoria. Questi alcuni degli argomenti affrontati da Roberto Mancini nell’intervista che andrà  in onda domani su Italia 1, all’interno dell’ultimo appuntamento con ‘Studio Sport XXL – la top ten della settimana’. Per lui è un momento felice, con il suo Manchester City ha vinto la FA Cup ed è arrivato terzo in campionato, con un punto di vantaggio sull’Arsenal, a una giornata dalla fine della Premier League. Mancini comincia a parlare del campionato italiano, elogiando Milan e Napoli. “Devo fare i complimenti ai rossoneri e a Ibrahimovic che ha fatto la differenza: ho visto una squadra organizzata e per questo mi congratulo anche con Allegri e con la società  che ha puntato su un allenatore giovane. Faccio i complimenti anche al Napoli, come il City è uscito dopo tanto tempo dall’anonimato internazionale”. Se Milan e Napoli meritano elogi, non altrettanto si può dire per la Juventus, protagonista di un campionato fallimentare. Nelle scorse settimane si è parlato di un interessamento del club bianconero per Mancini: “In realtà  non sono io a aver detto di no – ha spiegato – semplicemente non sono mai stato cercato: voglio rimanere al City per costruire, sarebbe stupido ricominciare daccapo da un’altra parte. Per lo stesso motivo Abramovich farebbe un grosso errore a mandare via Ancelotti: è uno dei migliori allenatori al mondo”.
Mancini parla anche di Mario Balotelli, l’attaccante che ha lanciato all’Inter e che ha voluto al City: “E’ un bravo ragazzo, fa degli errori ma deve crescere: non è vero che io lo sgrido, è che parliamo molto e una delle cose che gli dico sempre è che nulla è scontato e il posto in squadra deve dimostrare di meritarselo”. Infine una battuta sulla retrocessione della Sampdoria: “Mi dà  molta tristezza perchè la Samp è qualcosa che ti entra dentro, non la dimentichi e io ce l’ho nel cuore. Pazzini ha sbagliato ad andarsene e l’impoverimento tecnico è la prima causa di tutto”.

Fonte: Repubblica.i

Exit mobile version