2013

Chissà cosa ne pensa Messi

Pubblicato

su

Lionel Messi è un campione inenarrabile. Uno di quelli che rende le cose eccezionali così semplici da farle apparire banali, centosessantanove centimetri di genio difficilmente eguagliabile concentrato di classe, fantasia, velocità è concretezza. Elementi che lo esaltano senza ombra di dubbio ad uno dei massimi interpreti di tutti i tempi nello sport più amato del mondo. Questa è la premessa necessaria.

A sfuggire non sono i caratteri del fenomeno Messi, quanto invece i criteri di assegnazione del Pallone d’oro. Da qualche anno ad oggi a dire il vero, ma l’attualità parla del quarto trofeo consecutivo assegnato al fuoriclasse argentino ed è di questo che si va a discutere ora. Non appare chiaro cosa si vada a premiare nell’assegnazione del tanto ambito titolo personale: il calciatore più forte sulla piazza in un preciso istante? Ok. Allora il Pallone d’oro può essere accantonato per i prossimi anni, nell’immediato futuro non c’è calciatore in grado di vantare le credenziali della Pulce argentina, che – attenendoci strettamente a tale criterio di merito – può vincere il riconoscimento personale fino al termine della sua carriera anche, idealmente, senza disputare una partita. Di Messi ne nasce uno ogni vent’anni e nessuno di noi ha ulteriore bisogno di verifiche che attestino la superiorità tecnica del numero 10 di Barcellona ed Argentina.

Dove sorge la questione: ci è stato sempre detto che il Pallone d’oro vada a premiare il calciatore più decisivo all’interno di una singola stagione, quell’interprete che si è segnalato più degli altri finalizzando il suo rendimento alla conquista di titoli per squadre e nazionali di appartenenza. E in tal senso, a volerla dire tutta, a chi vi scrive era già sfuggito del tutto l’estromissione dal podio del Pallone d’oro di due attori del calibro di Andrea Pirlo e Didier Drogba: il primo si è ancora dimostrato campione immortale, dopo aver trascinato la Juventus alla sua resurrezione e condotto la nazionale italiana ad una impronosticabile finale del Campionato europeo, con il suo apporto totale in termini di classe, carisma e personalità. Elementi che sono risaltati in pieno anche nella figura di Didier Drogba: la conquista della Champions League – dopo averla sfiorata più volte – resta una delle pagine più altisonanti della recente storia calcistica. Bastava assistere alla finale di Monaco per porlo di diritto almeno sul podio dell’ambito trofeo.

Non da meno i diretti concorrenti del rush finale: il suo compagno di squadra Andrès Iniesta, a secco con il Barcellona, si è riscattato da protagonista indiscusso ad Euro 2012, trionfando con la sua Spagna. Poco da aggiungere sulle qualità di un fenomeno strepitoso, a cui l’assegnazione del Pallone d’oro 2012 sarebbe valsa anche come risarcimento al mancato premio del 2010, quando decise le sorti del Mondiale sudafricano con la rete in finale sull’Olanda. Anche in quel caso, premio troppo discusso a Lionel Messi, che nella massima competizione calcistica si eclissò pesantemente, mentre altri grandi nomi attesi non si fecero da parte, vedi anche Sneijder già protagonista nell’Inter del Triplete che nella sua cavalcata sconfisse anche il Barcellona di Messi. E poi c’è Cristiano Ronaldo: attore protagonista del Real dei record, a segno nella gara del Camp Nou che di fatto decise l’assegnazione dell’ultima Liga. In quello scontro diretto tra titani, brillo là stella del portoghese, mentre l’argentino rimase a guardare. Ok, record delle 91 reti nell’anno solare, ma Ronaldo non ha segnato poco ed ha saputo dimostrarsi decisivo, cosa che a Messi non è riuscita neanche nella semifinale della Champions League, dove a dire il vero nei centottanta minuti offrì due prestazioni assolutamente sottotono. La bellezza di Messi è un dato, altrettanto lo sono quelli proposti: resta alla coscienza calcistica dei lettori maturare idee e convinzioni personali. Chissà cosa ne pensa Messi.

Exit mobile version