2013
Chievo Verona, Corini: «Conte tecnico del futuro»
CHIEVO VERONA CORINI JUVENTUS CONTE – Alla prima stagione in Serie A da allenatore, Eugenio Corini è alla guida del Chievo Verona, che lo ha chiamato alla settima giornata per prendere il posto di Di Carlo. Il tecnico, fresco di vittoria sul Napoli, che ha mandato in visibilio i tifosi della Juventus, nell’intervista rilasciata a Tuttosport ha dichiarato: «E’ stata una grande prova di maturità. Venivamo da due gare nelle quali non avevamo raccolto nulla pur giocando bene. Allora uno può temere che rimangano degli strascichi, invece la squadra è stata consapevole e attenta. Salvezza? C’è sempre una squadra che può alterare gli equilibri: in questo caso il Siena sta facendo cose straordinarie. Da 35 punti in giù siamo ancora tutti dentro. Anche perché abbiamo assistito a strisce negative che possono rimettere tutto in discussione. Poi, certo, più punti hai e più alto è il margine di errore che puoi permetterti».
A proposito delle avversarie dirette, Corini ha parlato del crollo del Torino e della situazione in casa Palermo: «Guardi: ne ho parlato col mio ds, Sartori, che era al Tardini e che mi ha spiegato come il Toro abbia dominato per 70 minuti. Poi l’infortunio di Ogbonna ha alterato gli equilibri: un’altro esempio di come sia importante la capacità di stare sempre “dentro la partita”. Ma è un episodio: il Torino ha un’identità di gioco. Palermo? Quando subisci tanti cambi, l’inerzia di un progetto perde valore e diventa difficile per tutti: i dettagli pesano, la squadra perde certezze, non trova energie. Una testimonianza di spirito, per esempio, è che noi non siamo mai andati oltre le due sconfitte consecutive, non ci siamo mai avvitati. Zamparini? Mah, io a Palermo ho trascorso 4 anni straordinari. Lui ha fatto tanto e ci sta che a volte si possa sbagliare. Ma Palermo ha potenzialità per poter ripartire subito. Io in panchina in Sicilia? Questa cosa me l’hanno già chiesta un sacco di volte. Ma il mio percorso professionale prescinde dal Palermo, sebbene non possa dimenticare che con la gente e la città si è creata una simbiosi straordinaria, e quella resta. Però si lavora giorno per giorno alla conquista degli obiettivi».
L’allenatore dei clivensi ha poi parlato del suo lavoro, caratterizzato soprattutto da un’attenzione all’aspetto mentale, della sua personalità in panchina e degli allenatori a cui fa riferimento: «Preparazione psicologica? E’ fondamentale, come lo sono la preparazione tattica e tecnica. Devi prevedere le situazioni di gioco, dare serenità: costruire la mentalità vincente. La prestazione durante una partita è la somma di piccole conquiste e bisogna allenare la capacità di gestire gli imprevisti. E la carica deve portare serenità, non ansia da prestazione. Cerco di infondere sicurezza, ma senza scaldare gli animi dei giocatori. Gli parlo, sto in piedi per far sentire anche fisicamente la mia presenza, ma non mi piace fare sceneggiate a uso delle telecamere. Per me la perfezione è un’unione tra Del Neri, Guidolin e il carattere di Lippi. Chi rappresenta tale sintesi? Guidolin ha fatto un lavoro straordinario nel rapporto potenzialità-risultati. Ma l’esempio migliore adesso è rappresentato da Conte: in B ha valorizzato il gioco di attacco con le sue squadre. Alla Juve, invece, ha realizzato una sintesi tra le qualità dei giocatori, le sue idee e lo spirito del gruppo. L’allenatore del futuro deve avere queste caratteristiche: sensibilità e conoscenze».