2012
Chievo, Paloschi: ?Incubo finito, rieccomi?
CHIEVO VERONA PALOSCHI – Ha recuperato dall’infortunio in tempi record, ora è già carico e pronto per dare il suo contributo alla squadra. Ma Alberto Paloschi si è dimostrato decisivo già nella sfida con l’Udinese, siglando una rete che sembrava aver archiviato il match. Intervistato da L’Arena, l’attaccante del Chievo Verona ha raccontato del suo recupero e della sua voglia di riprendersi un posto in attacco.
Paloschi, si è trovato sul dischetto. Ha fatto secco il portiere, è andato a festeggiare sotto la Curva, pensando che…
«Che sarebbe finita lì. Con una vittoria meritatissima per il Chievo. E invece il finale è stato amaro. Questo ci insegna che ogni partita è una battaglia. Non puoi distrarti mai un secondo. Peccato. Sembrava fatta».
Dopo il gol, quale è stata la prima cosa che ha pensato?
«Buttare fuori la rabbia e la sofferenza accumulate nel corso di questi ultimi due mesi. Non è stato facile restare a guardare. Mi ero anche preparato bene. Poi è arrivato l’infortunio alla caviglia. E quando ti dicono che sei costretto a fermarti ancora ti crolla il mondo addosso».
Ma il peggio è passato.
«E alla fine del percorso c’è sempre qualcuno da ringraziare. Per cui io voglio ricordare tutte le persone che mi sono state vicino. Visto che mi hanno permesso di tornare in campo quanto prima. Ma una citazione è d’obbligo per il fisioterapista Giorgio Gasparini che mi ha sopportato in questi due mesi».
L’infortunio alle spalle, il Chievo che la mette subito a cavalcare l’onda. Riflessioni?
«Stavo bene, entro in allenamento e mi faccio male. Arriva la doccia fredda dello stop. Non è stato bello. Ma tutto aiuta a crescere. E adesso mi sento pronto e stimolato. Darò tutto me stesso».
In un primo tempo sembrava che i suoi tempi di recupero potessero essere più lunghi. E, invece, ha stupito tutti entrando in scena con l’Udinese.
«Io ho lavorato per tornare il prima possibile. Giornate interminabili. Anche 6, 7 ore di fisioterapia. Ma quando vuoi rientrare sei disposto a fare qualsiasi tipo di sforzo. I tempi, comunque, sono stati rispettati. Volevo tornare in gruppo il prima possibile. Felice di essere qui».
Nel tridente di Corini come si trova?
«Conta correre e dare tutto al Chievo. Non importa il modo nel quale si gioca. È fondamentale l’atteggiamento di chi va in campo. Ora la cosa più importante è riuscire a muovere la classifica e fare punti».
Ripresi due volte. Ripresi alla fine. Così resta un grande rammarico, non crede?
«Vero. Ma la squadra ha corso, lottato e creato azioni da gol nel corso di tutta la partita. Volevamo fortemente la vittoria e credo che il Chievo avesse meritato sul campo i tre punti. Bisogna, però, fare i conti anche con gli avversari. E sappiamo benissimo che qui nessuno ti regala mai niente. Meglio guardare avanti. E pensare alla prossima partita».
Cosa non ha funzionato?
«Il fatto di segnare e prendere subito gol. Quindi sarà magari importante stare più attenti per cercare di essere sempre sul pezzo».
La classifica, là dietro, resta molto corta.
«Ci siamo abituati ad essere lì. Il Chievo lotta da sempre per la salvezza. E anche quest’anno la storia non cambia».
E Paloschi?
«Io ho cercato di vedere il minor numero di partite possibile, altrimenti la rabbia sarebbe salita. Ma tutto si è rimesso apposto. Darò tutto in allenamento per mettere in difficoltà il mister. E per il bene della squadra».