2012

Chievo, Corini: “Salvezza possibile, perché…”

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CHIEVO VERONA CORINI – Al di là delle perplessità e delle critiche, Eugenio Corini va per la sua strada fiducioso, consapevole che il Chievo Verona possa raggiungere la salvezza. “Missione Salvezza. O qui ci mettiamo tutti a pensare questo, o non si va da nessuna parte. Il Chievo è sempre stato questo, continua a essere questo. Il giorno in cui perde la dimensione di se stesso, è finita…”, ha dichiarato il tecnico a L’Arena.

Dimensione salvezza, dunque…

“Quello e solo quello. Ma è sempre stato così, anche quando facevamo 55 o 54 punti. Partivamo per salvarci, poi alzavamo l’asticella. Il Chievo ha una missione, io almeno la vivo così e vorrei che tutti la vivessero così. E per tutti, intendo gruppo, squadra, società, tifosi…”

I tifosi hanno fischiato, domenica…

“Ci stanno anche i fischi, per carità. Ma io l’ho detto alla squadra, noi dobbiamo essere comunque convinti di quello che siamo e di quello che facciamo. E allora anche una partita così così, può diventare un passo avanti e non un passo indietro, come magari molti pensano…”

Difficile vederla come un passo avanti, la partita col Siena…

“E perché? Ci son partite in cui ti devi anche accontentare. Da come s’era messa, era più facile perderla, che vincerla… Già siamo partiti in difficoltà, rimaneggiati. Poi abbiamo perso Luciano, che assieme ad Hetemaj è l’unico, lì in mezzo, che ci può far cambiare passo. In più il campo difficile e un avversario che s’è difeso molto bene. Il punto me lo tengo stretto”.

Al di là del Siena, che cosa c’è?

“C’è un percorso tracciato, sul quale stiamo camminando tutti assieme e questo va sottolineato. Tutti assieme. Quando sono arrivato, magari, non era proprio così, altrimenti la società non avrebbe preso la decisione che ha preso. Oggi tutti sono dentro questa missione, il primo obiettivo era questo”.

Proprio tutti, sicuro?

“Allora, parliamoci chiaro. Io le cose sono abituato a dirle in faccia e la squadra lo sa. Lo dico tutti i giorni, posso ripeterlo ora. Chi ci crede, chi lotta, chi ha voglia di salire su questo treno, sa che qui c’è posto. Chi non ce la fa, non vuole, non può, resta giù. Su questo, poche storie”.

Corini dunque ci crede…

“E perché non dovrei? Io guardo al di là della prestazione col Siena, perché questo un allenatore deve fare, nel bene e nel male. Se ti fermi a una sola partita, il bilancio è per forza impreciso…”

Il Chievo è penultimo, un punto solo sopra le tre “retrocesse”…

“Intanto, oggi saremmo salvi, tanto per dirne una. Poi, andiamo pure a rileggere le ultime partite. Datemi i due punti che avevamo in mano con l’Udinese e che, secondo tutti, avevamo strameritato e saremmo qui a fare un altro discorso”.

Però non ci sono, quei due punti…

“Lo so e conosco pure il motivo. Stiamo lavorando su un’idea, che ci deve portare fuori dalla zona della paura. Oggi il Chievo è questo, con i suoi pregi e i suoi limiti, che sono anche quelli evidenziati con l’Udinese. Ma se penso a quando sono arrivato, non ho dubbi. La strada è quella giusta”.

Sensazione dall’esterno: manca un leader, uno come Corini in campo, manca personalità, forse anche un’anima…

“Non è vero. Ci sono giocatori che sono qui da una vita e che sono leader naturali. Ce ne sono altri, come Guana, che hanno le caratteristiche per esserlo. Non posso pensare che gente che sta in serie A da una vita non abbia la personalità del leader. Quanto all’anima, io vedo come lavorano, si allenano, si impegnano. Quella è la risposta più importante per un allenatore”.

Ora, due trasferte delicate…

“Intanto, prima c’è la Coppa e non intendiamo certo snobbarla, anzi. Poi penseremo alle due trasferte, sapendo benissimo chi andiamo a trovare e quali difficoltà incontreremo. Ma sappiamo anche di potercela giocare con tutti”.

Fuori casa, però…

“Ho capito, fuori casa finora non ce n’è andata dritta una… Lasciamo stare Milano, dove ci siamo presi la nostra batosta, ma dove arrivavamo da tre partite in sette giorni. A Catania, siamo stati in equilibrio fino alla fine, prima del loro gol, potevamo farlo noi, nel primo tempo. E anche a Napoli, abbiamo sfiorato più volte il pari. Certo, se uno legge solo i risultati…”.

Due trasferte, più la Roma in casa e poi a Torino: prima della sosta, che cosa si aspetta Corini?

“Mi aspetto quattro partite da Chievo, che confermino sul campo il lavoro che abbiamo fatto e che stiamo facendo. Mi aspetto risposte importanti da tutti, dai vecchi e dai nuovi, dagli stranieri e dagli italiani. Poi tireremo le somme, assieme alla società, e decideremo cosa fare sul mercato. Ma c’è un’altra cosa che mi aspetto da tutti”.

Quale?

“Che tutti remino dalla stessa parte. Questo è forse il campionato più difficile degli ultimi anni, magari non lo si pensava all’inizio, lo è diventato strada facendo. Se tutti pensiamo questo, diventa meno complicato anche per noi. Se non è così, la strada rischia di diventare terribilmente in salita…”

La gente dice “ci vorrebbe il Corini giocatore”…

“Alla gente dico, “sono stato uno di quelli che la favola l’ha vissuta”. C’ero anch’io, quando siamo andati in A. E ai miei giocatori dico: “non voglio essere quello che riporta il Chievo in serie B”. Chiaro ?”.

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