2012

Chievo, Cofie: ?Guardiamo avanti con fiducia?

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CHIEVO VERONA COFIE – Non c’è molto di cui sorridere in casa Chievo Verona, considerando il momento delicato che sta affrontando la squadra, ma Isaac Cofie resta positivo. Non ha giocato molto, vista la concorrenza, ma è pronto ad approfittare della squalifica di Hetemaj per ritagliarsi un posto e convincere mister Corini a puntare su di lui. Intervistato da L’Arena, il centrocampista arrivato dal Sassuolo ha parlato del suo momento e provato a raccontarsi.

Cofie, ma lei come fa ad essere sempre così allegro?

«Mi hanno chiamato Isaac, e il significato del mio nome è proprio ‘sorriso’. Ridere fa bene. Aiuta a stare bene, e a guardare avanti con fiducia».

Proprio quello di cui ha bisogno oggi il Chievo.

«Stiamo lavorando bene. Per risollevarci serve energia, forza, speranza».

Sperava di giocare di più?

«Quando arrivi in un nuovo club speri sempre di dare tutto te stesso. La mia speranza era ed è sempre questa».

Finora ha trovato poco spazio. L’attesa magari non aiuta…

«Tutti vogliono giocare. La settimana è lo specchio di quello che possiamo fare. C’è un allenatore che decide. Io aspetto il mio turno con grande voglia di fare e con pazienza».

A distanza di qualche mese dal suo arrivo qui a Verona si è fatto un’idea di cosa le può riservare questa stagione?

«Non ho obbiettivi personali. Conta la squadra. E se il Chievo fa bene anche i singoli avranno modo di essere messi in evidenza. Il momento è difficile. Cerchiamo di fare punti per muovere la classifica».

L’Italia del calcio si aggrappa ai giovani: Insigne, Immobile, Destro. Su chi scommetterebbe Cofie?

«Io? C’è solo l’imbarazzo della scelta. Io vado sul sicuro e dico El Sharaawy e Boakye. Ma non ci sono solo loro».

E su Cofie non scommette?

«Sempre. E spero di poter vincere la mia discommessa».

Secondo lei che cosa non ha funzionato fino ad oggi?

«Manca un po’ di fortuna. Segnare una rete e subire subito dopo gol  fa male. Dobbiamo lavorare di più sull’attenzione. Per il resto mi pare che la squadra abbia sempre cercato di esprimersi al meglio».

Magari serve qualcosa in più?

«E noi lavoriamo per questo. Il campionato è molto impegnativo. Ma credo che il Chievo abbia buone risorse».

Di lei si sa davvero poco. Cosa ci racconta? Fuori dal campo?

«Cucino riso a casa. E ascolto musica hip hop. ’50 cent’ è il mio artista preferito».

E poi? Hobby?

«Dormire, dormire, solamente dormire».

Come dormire…

«Dormire il più possibile. Serve per recuperare energia. Ed essere sempre al top. Il riposo aiuta a recuperare. E quando trovo poco spazio, dormo. Oppure mi rilasso guardando qualche film».

Una parola italiana che le piace. Emblematica.

«Pazienza»

E una in inglese, o nella lingua che preferisce, che esprime al meglio il suo modo di essere.

«Ma, preferisco dire che sono un ragazzo tranquillo, divertente che fa parte di un gruppo importante, che ha voglia di crescere».

Scusi l’insistenza, ma in un mondo spesso arrabbiato e sofferente, lei come fa a sorridere così tanto?

«L’ho detto: nel nome sta scritto il mio destino. È un modo d’essere. Ridere aiuta. Sempre».

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