Chievo, Campedelli: "La nostra veronesità  è indiscussa" - Calcio News 24
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2009

Chievo, Campedelli: “La nostra veronesità  è indiscussa”

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Intervista al Presidente Luca Campedelli, a seguito delle recenti vicende legate all’uso dei colori e dei simboli della città  di Verona.

DOMANDA: Buongiorno presidente, da qualche giorno è tornata d’attualità  la querelle dei tifosi dell’Hellas Verona sull’utilizzo dei colori e dei simboli cittadini da parte del Chievo: cosa è successo esattamente?
LUCA CAMPEDELLI: E’ successo che dopo le minacce di quest’estate, una frangia anonima della tifoseria dell’Hellas Verona è tornata all’attacco, distribuendo un volantino intimidatorio per rivendicare un assurdo diritto di prelazione sull’utilizzo dei colori gialloblù e della Scala.

D: Una polemica vecchia che di tanto in tanto si riaccende. Si è dato una spiegazione?
LC: Sinceramente più che di una polemica vecchia credo si tratti di una polemica sterile. Nell’immaginario collettivo i colori gialloblù e la Scala degli Scaligeri rappresentano la città  di Verona, di cui il Chievo fa parte. Personalmente credo che una tale presa di posizione da parte di un determinato gruppo di persone si possa imputare solamente a una scarsa conoscenza storica. Ricordo a tutti che il Chievo utilizza i colori gialloblù e la scala da più di cinquant’anni, mentre la polemica è una questione molto più recente.

D: Eppure i giornali e le emittenti locali hanno dato molto rilievo a questa vicenda: arrivando persino a pubblicare il volantino…
LC: I giornalisti hanno bisogno di scrivere ed è giusto che scrivano. Quello che non è corretto è invece il fatto di pubblicare vere e proprie lettere di minaccia senza una riga di commento e senza prendere le distanze dagli autori. Come hanno fatto ad esempio L’Arena e TGGialloblù.it, che hanno pubblicato il volantino ma non hanno speso una sola parola di condanna. In questa maniera si insinua fortemente il dubbio che gli Editori condividano i contenuti e si rischia di istigare la violenza dei tifosi.

D: Ha fatto molto parlare anche la disputa con Telenuovo, che vi accusa di rendere impossibile il loro lavoro di cronaca. Un commento?
LC: Il Chievo ha tutto l’interesse ad agevolare il lavoro dei media, mantenendo un rapporto di reciproca correttezza. Visto che non sempre è così, da quest’anno il Chievo ha deciso di prestare maggiore attenzione alla propria informazione, dando vita ad una web-tv ufficiale e ad un contratto di esclusiva con TeleArena. Telenuovo si è permessa di titolare questa nostra iniziativa come “Il Chievo inaugura le interviste a pagamento”. Ecco, questo è esattamente il tipo di cronaca che non ci interessa.

D: Qual è la struttura del vostro accordo con TeleArena ?
LC: E’ stato sottoscritto un accordo di cessione diritti sia per la Prima Squadra che per le squadre giovanili. E’ stata inoltre strutturata una collaborazione editoriale per lo sviluppo di contenuti e lo scambio di servizi di produzione. Una sinergia di cui siamo molto soddisfatti.
Abbiamo ritenuto di concedere una priorità  all’emittente partner nelle interviste al centro sportivo e messo a disposizione staff e tesserati per garantire interviste alle altre emittenti. Massima collaborazione.
La risposta di Telenuovo è stata una presenza intermittente nei giorni convenuti e la pubblicazione del volantino citato con un commento: “Un messaggio al presidente Campedelli”. Per questa ragione abbiamo chiuso le porte al centro sportivo e loro hanno titolato lo stesso pezzo “Il Chievo imbavaglia la nostra informazione” in prima battuta e a seguire “Le grandi strategie commerciali del Chievo”.
Al lettore la valutazione di queste scelte editoriali.

D: Non le pare che le sue affermazioni vadano contro il diritto di cronaca?
LC: Qui il diritto di cronaca non c’entra niente. Ripeto che per me i giornalisti possono scrivere tutto quello che vogliono, a patto di non istigare alla violenza e di non manipolare l’informazione. Un altro esempio: l’Arena ha pubblicato una versione del volantino depurata da tutte le minacce. Questo non ha niente a che vedere con la cronaca, che dovrebbe raccontare i fatti con onestà . Si tratta piuttosto di una colpevole omissione che ancora una volta contribuisce in qualche modo a giustificare e a proteggere gli autori delle minacce.

D: Non ha mai pensato di abbandonare colori e scala e lasciarsi tutte queste polemiche alle spalle?
LC: Mai. La mia veronesità  e quella del Chievo non sono in discussione. Quindi non penso minimamente a modificare alcunchè.

Fonte: chievoverona.tv