2018

Szczesny intervista Chiellini: «Io ad Harvard? Sì, ma per un master in Economia. Su Guardiola…»

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Wojciech Szczesny intervista Giorgio Chiellini nel suo show polacco. Il difensore ha parlato di Buffon, di Mourinho e Guardiola e non solo

Lunga intervista a Giorgio Chiellini. Il difensore della Juventus è stato l’ultimo protagonista dello show di Wojciech SzczesnyProsto w Szczenę, e ha parlato della sua carriera ma non solo. Ecco le sue parole: «Ho iniziato a giocare quando avevo 5 anni e sono stato fortunato perché ho avuto la possibilità di farlo. Ho iniziato a a capire che potevo diventare un professionista all’età di 15-16 anni, sono cresciuto e sono migliorato anno dopo anno. Szczesny vs Buffon? Ogni portiere ha le sue caratteristiche, tutti i portieri sono diversi. Tek era sempre serio quando lo vedevo da avversario, poi siamo andati a cena dopo il suo arrivo e ho visto un’altra persona, sorrideva e chiacchierava sempre. Io mi trasformo in campo? Devo farlo. Devo trovare un ‘nemico’ in ogni partita, per un difensore la sfida contro l’attaccante è fondamentale, ma ora sono molto più calmo rispetto a quando ero giovane».

Prosegue Chiellini rispondendo a Mourinho che lo aveva invitato ad Harvard insieme a Bonucci a tenere lezioni di difesa: «Mi piacerebbe andarci ma per un master in economia, non per una lezione di difesa (ride, ndr). Buffon? Lui urla di continuo durante le gare, è importante per la difesa sentire il portiere che ti aiuta in questo modo. In Nazionale era peggio che alla Juve, non so perché ma con l’Italia è sempre più teso. Rapporto tra difensore e portiere? Riguardo sempre le partite e studio come prevenire le situazioni di pericolo. Ogni errore che faccio è una lezione per me. Guardiolismo? Ha cambiato il modo di intendere il calcio. Da 5-10 anni in Italia non abbiamo difensori di livello internazionale, non è normale. Il calcio è cambiato, non è quello di 30 anni fa, ma le nostre caratteristiche devono rimanere. Prima c’erano grandissimi difensori, poi c’è la mia generazione con Barzagli, Bonucci e Chiellini e per quasi 10 anni c’è stato il vuoto. Ora ci sono Romagnoli, Rugani, Caldara che però sono nati nel ’94-’95. BBC? Il nostro segreto è l’essere complementari. Adesso giochiamo di meno, ma quando giocavamo nella difesa a 3 eravamo perfetti, o comunque vicini alla perfezione, io non avevo bisogno di vedere Leo o Andrea, sapevo tutto di loro, le loro migliori qualità e i loro punti deboli».

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