2020

Juventus, Chiellini: «Orgoglioso della mia carriera. Ma non è finita»

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Il difensore Giorgio Chiellini è stato ospite di Casa Sky Sport: le dichiarazioni del capitano della Juventus

Giorgio Chiellini è l’ospite d’onore di Casa Sky Sport. Il difensore e capitano della Juventus ha parlato della sua esperienza in bianconero e svelato alcuni aneddoti curiosi.

CORONAVIRUS – «Sono stati due mesi difficili e strani per tutti. Io ho chiuso il primo mese chiuso nel centro sportivo in quarantena. Poi sono riuscito a tornare dalla mia famiglia. Se riesco a scindere le cose, capisco che non passerò mai più tanto tempo con la mia famiglia. Sono stati giorni difficili ma giorni belli, perché ti isoli e non parli con nessuno ma riscopri i valori che il lavoro, vivendo a mille all’ora, a volte ti fa dimenticare».

CHIELLINI – «Un calciatore della Juventus, della Nazionale che ha fatto tanti anni di carriera e si è tolto tante soddisfazioni. Quando mi guardo indietro e vedo le foto in cui sono più giovane o con più capelli, sono orgoglioso. Ancora non è finita, ma ho pensato che fosse arrivato il tempo di fare un po’ il punto sulla mia carriera. Tanto del libro era partito in estate, l’idea era quello di chiudere per Natale. Poi è capitato l’infortunio e quindi volevamo far coincidere la fine del libro con l’infortunio. Recuperato dall’infortunio, è arrivato qualcosa di ancora più grande».

POST CARRIERA – «Qualche idea me la sono fatta. Mi piacerebbe fare un percorso dirigenziale, capire quali saranno le mie qualità migliori nella vita e nell’ambito lavorativo. Mi vedo più in quel ramo ma non come allenatore. Il calcio è la mia passione, la mia vita, sarà difficile staccarmene. Voglio provare a godermi gli ultimi anni, non so se saranno uno o due, ma penso di aver qualcosa ancora da dare in campo».

CAPELLO – «Lui mi ha voluto fortemente dopo un anno a Firenze. Avevo esuberanza fisica ma sprecavo tanto, togliendomi energie e lucidità. Con il passare degli anni ho imparato a giocare a calcio. Non sarò mai Bonucci con i piedi, ma la tecnica la migliori lavorandoci. Capello non mi ha mai regalato niente, mi sono conquistato tutti i minuti che ho giocato. Ripenso a tante partite decisive, e le ho giocate quasi tutte. Io mi ricordo che in una delle prime amichevoli giocate con la Juventus, il mister mi chiese quale fosse il mio ruolo. Io risposi terzino, e lui mi disse di no: ero difensore, perché la prima regola è quella di saper difendere». 

BBC – «Ormai stiamo abbandonando per limiti di età. Abbiamo fatto la storia nel nostro periodo alla Juventus e in Nazionale. Insieme riuscivamo ad essere più forti della nostra somma dei valori».

BONUCCI – «Eravamo in Canada, a Toronto, e dovevamo spostarci verso Chicago. Il navigatore ci dava 5 ore e abbiamo deciso di andare in macchina: ci abbiamo impiegato 10 ore, stremati, con i bambini che non ne potevano più. Bella scelta del cavolo».

BARZAGLI – «Dei quattro era il più silenzioso, a volte è il più musone ma col suo humor ci faceva ridere. Ma quando apriva bocca…  a livello internazionale è stato sottovalutato, perchè è arrivato a grandi livelli in tarda età ma ha avuto uno sviluppo straordinario».

TAGLIO STIPENDI – «Mi sono stati dati più meriti di quelli che ci sono. Ho fatto da tramite come capitano, sono felice che abbiamo tracciato una linea e che tutti si siano mostrati intelligenti in un periodo estremamente difficile, si è capito bene il momento».

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