2015

Chi l’avrebbe detto: la fabbrica del gol è viola

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Altissima classifica, la sorpresa è la Fiorentina: nessuno segna come i viola, la mano di Sousa nella valorizzazione

Trentacinque punti in diciassette turni di campionato e secondo posto – con il Napoli – alle spalle della capolista Inter, girone d’Europa League superato e sedicesimi di finale (ancora contro il Tottenham) in arrivo: l’unica macchia della stagione della Fiorentina è al momento la sorprendente eliminazione subita dal Carpi in Coppa Italia. Per il resto, in ottica di alta classifica, è senz’altro la reale novità della Serie A.

ESTATE TURBOLENTA – Tutto, a partire dalle critiche rivolte dalla piazza viola alla società, lasciavano presagire segnali di ridimensionamento: dalle parti di Firenze, almeno sulla carta, non erano arrivati i rinforzi attesi ed i profondi cambiamenti attuati in organico non convincevano in pieno gli addetti ai lavori. In più la cocente vicenda allenatore: il trambusto Montella con l’epilogo a tutti noto ed un avvicendamento che più di un dubbio aveva lasciato sulle reali ambizioni della famiglia Della Valle. Tradotto: la stagione della Fiorentina non è nata sotto i migliori auspici tecnici ed ambientali.

LA MANO DI SOUSA – Ed invece la nuova guida tecnica Paulo Sousa ha dimostrato, oltre che di saperci fare, di non essere troppo sensibile a quanto gli giri intorno: sia nella fase iniziale, quando ha gentilmente scavalcato gli scetticismi e pensato esclusivamente a lavorare, sia quando – a Fiorentina già lanciata – ha dovuto gestire i residui motivazionali di qualche scontro diretto perso di troppo (vedi Napoli, Roma al Franchi e Juventus). La viola è sempre stata in grado di rialzarsi e continuare a macinare punti: di questo va dato atto all’opera del suo allenatore, o se vogliamo motivatore, ed alla sua insospettabile consapevolezza. Si è così ritrovato dalla campagna acquisti estiva, valorizzandoli, alcuni profili rivelatisi tutt’altro che male: Astori si è integrato alla perfezione nella difesa della nuova Fiorentina, Vecino è pedina insostituibile nell’equilibrio della mediana, Kalinic fa la differenza in avanti con numeri da top player.

ED ORA? – E’ un futuro tutto da scrivere e meno scontato di chi vedrebbe presto una Fiorentina tornare nei propri ranghi ed uscire dalla zona podio. Guardiamo innanzitutto a chi già c’era: le valorizzazioni di Bernardeschi e Marcos Alonso sono sotto gli occhi di tutti. Il primo è divenuto di fatto jolly adattabile con qualità sulla corsia destra a costo di qualche rischio in termini di tenuta che lo stesso sta provando a compensare con enorme disponibilità al sacrificio, lo spagnolo è un vero e proprio fattore di questa squadra. I numeri funzionano: miglior attacco, quarta difesa e nel complesso migliore differenza reti alla pari del Napoli del toscano d’adozione Sarri. La qualità nel mezzo – con il possesso palla garantito dai fondamentali di Badelj, Vecino, Borja Valero ed Ilicic – garantisce che tutto questo possa accadere. Per il futuro l’imperativo è quello di garantire continuità: lì dove si intende innanzitutto segnare ancora con tale costanza. L’equilibrio della Fiorentina passa paradossalmente dalla capacità di persistere nella propria imprevedibilità.

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