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Chi è Alisher Usmanov, l’amico di Putin ed Elliot che può comprare il Milan

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Chi è Alisher Usmanov, uno degli uomini più di ricchi di Russia e del mondo, attuale azionista dell’Arsenal. Così il magnate amico di Putin e di Elliot può mettere le mani sul Milan

Si chiama Alisher Usmanov ed il suo nome a qualcuno dirà molto a qualcun altro non dirà probabilmente nulla. Russo, classe 1953, con un patrimonio stimato di 15,1 miliardi di dollari nel 2017, Usmanov è l’ex direttore generale di Gazprom Investholding, ovvero la cassaforte di Gazprom (leggi QUI la precisazione), terza compagnia di gas del mondo. I suoi interessi spaziano dalla politica allo sport: oltre ad essere molto amico del presidente russo Vladimir Putin – da poco rieletto per un quarto mandato – infatti Alisher è da sempre appassionato di calcio. Gazprom è main sponsor non solo della Champions League, ma pure di Zenit San Pietroburgo e Schalke 04. Non è tutto ovviamente, perché Usmanov negli ultimi anni ha notevolmente allargato il proprio raggio di interesse nel pallone: dopo aver inizialmente investito nella Dinamo Mosca – ufficialmente sempre in qualità di sponsor – il magnate di origine uzbeka ha iniziato la scalata verso l’Arsenal, club di cui adesso detiene circa il 30% delle quote azionarie.

Già sei anni fa Usmanov venne beccato, nel corso di una esclusiva festa estiva in Sardegna, in compagnia dell’amico Putin e dell’allora presidente del Milan Silvio Berlusconi: si parlò di un possibile interessamento del gigante del gas nei confronti della società rossonera. Voci e solo voci però, a cui alla fine non seguirono passi concreti. Fino ad oggi pare. Perché l’uomo che ha costruito la propria fortuna dopo la caduta dell’URSS iniziando a vendere buste di plastica e passando poi al ferro, quindi ai metalli e alla telefonia mobile, si dice possa essere il prossimo proprietario del Milan dopo la breve parentesi cinese di Yonghong Lì, destinata ormai a chiudersi (leggi anche: ELLIOT SI RIPRENDE IL MILAN). A muovere gli interessi di Usmanov verso il calcio italiano, non solo l’occasione – ghiotta – di rilevare un club blasonato e tutto sommato risollevato dai debiti, grazie al fondo Elliot, come quello rossonero, ma pure alcune questioni geopolitiche.

Riceviamo e pubblichiamo le precisazioni della portavoce di Usmanov relative al possibile interessamento del magnate nei confronti del Milan: USMANOV-MILAN: LE ULTIME.

Usmanov verso il Milan: di mezzo c’è l’addio all’Arsenal

Prima di tutto le resistenze – per la verità inspiegabili – del finanziere americano Stanley Kroenke, proprietario dell’Arsenal dal 2008: Usmanov all’inizio del 2017 circa gli aveva offerto 1,3 miliardi di euro per rilevare le quote di maggioranza del club (per la precisione il 67%), trovandosi però di fronte un muro. Oltre un anno dopo tutto pare cambiato: la spy story relativa al tentato omicidio col gas nervino in Inghilterra dell’ex spia russa Sergei Skripal, operata secondo il governo di Theresa May direttamente dagli uomini di Putin, ha chiuso di fatto ogni canale diplomatico tra le due potenze: al momento l’ipotesi principale è che i tanti investitori dell’Est legati a doppio filo a Mosca – Abramovich compreso – decidano di ritirare i propri investimenti in terra inglese. Usmanov ad oggi cioè si troverebbe al momento isolato, come tanti suoi colleghi russi, in un Paese ostile.

Non finisce qui però perché, come racconta stamane Il Giornale, ci sarebbe anche molto di più: il proprietario di Gazprom sarebbe infatti anche amico Paul Singer, ovvero il patron di Elliot, super-tifoso dell’Arsenal. Il resto della storia è più o meno già noto: ad ottobre il prestito del fondo americano di circa 300 milioni di euro a Yonghong Lì andrà in scadenza, senza praticamente possibilità alcuna – al momento – che l’imprenditore cinese, in via praticamente di fallimento, possa rientrare dal proprio debito. Elliot, al fine di consolidare il proprio investimento senza perdite, dovrebbe fare da garante al Milan tramite l’immissione di nuova liquidità (35 milioni di euro) con la prospettiva di prendere il controllo della società per poi poterla rivendere ad un costo inferiore rispetto a quella dell’acquisto da parte di Lì (740 milioni di euro) un anno fa, ma comunque maggiore rispetto a quanto finora direttamente investito in garanzia per la sopravvivenza del club.

Usmanov-Putin-Elliot-Berlusconi: così il Milan può passare di mano

Il quadro pare a questo punto completo: Usmanov, in rapporti di confidenza e cordialità sia con Elliot, sia con Berlusconi, potrebbe gradualmente ritirare i propri investimenti dall’Arsenal e tentare l’acquisto del Milan (al momento non sembrano esserci altri acquirenti con le medesime potenzialità economiche all’orizzonte). A muovere ulteriormente le acque la notizia di ieri del fallimento di Jie Ande, una delle casseforti principali di Yonghong nella stagione dei rossoneri, che di fatto affossa definitivamente ogni possibilità di rimanere al comando nei prossimi mesi da parte dell’attuale presidente milanista, e quella contestuale dell’indagine della Procura di Milano a carico di ignoti riguardante proprio l’affare di compravendita della società nell’aprile 2017 (leggi anche: LA PROCURA INDAGA SUL MILAN). Sullo sfondo sempre Usmanov.

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