2013

Chelsea: umiltà, personalità e successi internazionali

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Dopo l’1-2 dell’andata il Chelsea archivia la pratica Basilea e vola in finale di Europa League: un 3-1 in rimonta che non lascia scampo alle speranze dei sorprendenti svizzeri e, grazie alle reti di Torres, Moses e Luiz, consegna ai londinesi la seconda finale europea consecutiva. Un anno fa fu il trionfo in Champions League, oggi la contesa con il Benfica che porterà all’assegnazione del trofeo.

IL VALORE DELLA PERSONALITA’ – Il marchio della grande squadra. Dopo l’incredibile cavalcata della scorsa stagione che portò all’eccezionale successo nella massima competizione europea – Chelsea solo all’apparenza quarto incomodo delle semifinali al cospetto delle superpotenze Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco – la squadra di Benitez ha saputo riscoprirsi umile e, dopo gli schiaffi ricevuti nel girone eliminatorio da Shakhtar Donetsk e Juventus, trovato la forza per affermarsi nella meno ambita coppa europea. Meno ambita, guarda caso, dai club che non hanno mai vinto nulla e si comportano al contrario da realtà vincenti e talmente arroganti da snobbare trofei solo apparentemente di caratura minore. Il Chelsea non è caduto in questo tranello e si è regalato una seconda finale internazionale.

DA DROGBA ALLA RICOSTRUZIONE – Una squadra compatta e dal forte carattere trainata dal fenomeno Drogba: l’uomo in più nella fase finale della Champions League conquistata dai Blues. Basta pensare a quanto accaduto nella pazzesca finale di Monaco: Bayern strafavorito e tra le mura amiche, il vantaggio di una rete non è bastato a placare l’ira del centravanti ivoriano, che dopo aver perso in malo modo nel 2008 una Champions League ai rigori contro il Manchester United ha prima pareggiato i conti con uno splendido colpo di testa, trascinato i suoi in una resistenza stoica ed infine siglato il calcio di rigore più importante della storia del club di Abramovich. E’ sicuramente mancato in questa stagione una personalità di tale calibro nell’economia della squadra londinese, ma la società ha avviato la ricostruzione di un organico probabilmente nelle fasi conclusive di un ciclo vincente ripartendo da giovani di qualità e valore come Oscar ed Hazard.

TERZO POSTO E CONTINUITA’ – Troppo superiore il Manchester United in termini di proposta di gioco e continuità, il Chelsea ha saputo fare di necessità virtù e disputare un onorevole campionato: terzo posto a quattro giornate dal termine, da ratificare un obiettivo che significherebbe qualificazione diretta alla prossima Champions League e dunque costanza negli anni. Con un immediato futuro probabilmente targato Josè Mourinho: il tecnico portoghese ha chiaramente annunciato – nel turbolento post di Real Madrid-Borussia Dortmund – di voler cambiare aria e tornare in Premier League e in un club in cui si è sentito amato. Chiaro riferimento al suo Chelsea, dove lo Special One inseguirà il suo personale obiettivo di centrare la terza Champions League a titolo personale in tre Paesi diversi. Il Chelsea si candida dunque a realtà sempre più titolata del panorama calcistico internazionale: l’avvento e la presenza di Abramovich, unita alle capacità di Josè Mourinho, rappresentano un credibile biglietto da visita per garantire alla piazza una permanenza ad altissimi livelli.

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