2014

Champions League, semifinali: Atletico Madrid – Chelsea, pagelle

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Colchoneros bene nel complesso, Terry salva i Blues

CHAMPIONS LEAGUE CHELSEA ATLETICO MADRID – L’incontro tra Atletico Madrid e Chelsea è terminato da pochi minuti. Ecco le pagelle dei protagonisti

ATLETICO MADRID

COURTOIS 7 – Se il Chelsea ha provato a boicottare in tutti i modi la sua presenza, un motivo ci sarà. Sicuro in tutti i fondamentali, straordinario sulle palle alte.

JUANFRAN 6,5 – Corsa e qualità sulla fascia destra: delizioso il cross per Arda Turan nel finale.

GODIN 6 – Contiene Torres come può, ma sbaglia tantissimi rilanci.

MIRANDA 6,5 – Sicuro e mai in difficoltà.

FILIPE LUIS 7 – In stato di grazia. Tecnicamente eccelso, tatticamente perfetto: è una minaccia costante per le fasce di difesa dei Blues.

RAUL GARCIA 6,5 – Moto perpetuo. Parte da esterno, ma è sempre pronto a tagliare al centro dell’attacco, inserendosi negli spazi lasciati dai movimenti di Diego Costa.

MARIO SUAREZ 7 – Giganteggia su tutte le seconde palle, è lui la chiave tattica del Cholo Simeone. Usando una terminologia molto cara a Rudi Garcia, Suarez è la ‘lavatrice’ dell’Atletico: recupera una quantità infinita di palloni sporchi e li restituisce puliti ai compagni.
(dal 34’ st SOSA 6,5 – Dieci minuti di qualità: dai suoi piedi partono cross pericolosissimi).

GABI 6 – E’ il cervello del centrocampo dei Colchoneros, un punto di riferimento per tutta la squadra. Commette spesso l’errore, però, di giocare troppo in orizzontale, rallentando il gioco e concedendo agli inglesi la possibilità di chiudersi.

KOKE 6 – Meno efficace del solito, ma sempre comunque concreto)

DIEGO 7 – Lezioso, ma prezioso. In una gara estremamente bloccata, è l’unico che cerca di creare pericoli per via centrale. Si abbassa molto, a volte persino troppo, ma le azioni più pericolose partono sempre dai suoi piedi.
(dal 15’ st ARDA TURAN 7 – Entra con il piede giusto: per pochi centimetri non trova la via del gol).

DIEGO COSTA 7 – Minaccia costante. Combatte come un leone contro due colossi come Cahill e Terry

SIMEONE 6,5 – Una sola squadra in campo. A volte, però, i ragazzi del ‘Cholo’ peccano di concretezza, cercando di entrare in porta con il pallone piuttosto che calciare da posizioni più che invitanti.

CHELSEA

CECH SV – Il tempo di compiere un miracolo, poi il ko alla spalla.
(dal 17’ pt SCHWARZER 7 – Stilisticamente non perfetto, ma, considerando l’ingresso a freddo in una bolgia infernale, la prova del 41enne australiano è di assoluto livello).

AZPILICUETA 5,5 – Non attacca e difende male: reattivo solamente nelle scaramucce con gli avversari.

TERRY 7 – Leader assoluto. Combatte con Diego Costa, chiudendo ogni spazio negli ultimi venti metri dei Blues.

CAHILL 6,5 – Come il compagno di reparto, mezzo voto in meno per qualche imprecisione di troppo.

COLE 5,5 – Cresce con il passare dei minuti. Partenza da incubo, poi alcune buone chiusure su Raul Garcia.

MIKEL 5 – Lento e impacciato, dà l’impressione di correre a vuoto.

LUIZ 6 – Ordinato e tatticamente perfetto. Non sfrutta, però, un paio di calci piazzati interessanti.

LAMPARD 5 – E’ l’emblema della nottata di sacrificio del Chelsea. Per gli inserimenti a cui ha abituato i tifosi non c’è spazio: tanta lotta e copertura in mezzo al campo. E poca lucidità: solo una svista del direttore di gara gli evita l’espulsione a venti minuti dalla fine.

RAMIRES 5,5 – Esterno d’attacco mascherato, bene in fase difensiva. Il problema è nelle ripartenze: con la sua velocità dovrebbe mettere in difficoltà il pacchetto arretrato spagnolo, ma non riesce mai.

TORRES 7 – Schierato un po’ a sorpresa, il Nino accantona alla grande l’emozione per il ritorno al Vicente Calderon. Svaria su tutto il fronte offensivo e si dà un gran da fare, nonostante la poca collaborazione del resto della squadra.

WILLIAN 5 – Un fantasma. Pochissimi palloni giocati e quasi tutti sbagliati.

MOURINHO 6 – La media perfetta tra l’ottima soluzione tattica scelta – un 4-3-3 più che difensivo – e il poco spettacolo della sua squadra. Nel calcio non vincono sempre i migliori, ma spesso e volentieri i più grandi strateghi. E Mou rientra perfettamente in questa categoria.

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