Champions League
Champions League, giornata n.6: numeri, episodi, protagonisti, stranezze e curiosità del martedì europeo: la forza Real, il tacco di Bisseck, l’urlo di Muller e le urla a Taylor
Tutte le curiosità di questa prima parte della sesta giornata ce si concluderà questo mercoledì
Sono stati segnati 25 gol nelle prime 9 partite della sesta giornata di Champions League, Ecco gara per gara un po’ di situazioni che vale la pena ricordare, in attesa che il quadro si completi stasera con le restanti sfide e si inizino a fare i conti sulle magnifiche 8, le squadre da playoff e le eliminate.
DINAMO ZAGABRIA-CELTIC 0-0 – Lo spettacolo abita altrove. Succede molto poco, soprattutto nel primo tempo, quasi a definire una sorta di tregua che nella ripresa trova una leggera accensione, come certifica la differenza delle conclusioni tra una frazione e l’altra (4 e 14). In questo momento sarebbero entrambe nei playoff. Ma se gli scozzesi possono rinforzare la loro classifica battendo lo Young Boys a gennaio, i croati se la dovranno vedere con Arsenal e Milan, sono a forte rischio.
GIRONA-LIVERPOOL 0-1 – Michel, il tecnico del Girona, miracolo della Liga lo scorso anno, aveva espresso il desiderio di trovare il Liverpool come avversario. Voleva vedere Anfield, dove è un po’ più difficile giocare che in casa propria. Ma non è che cambi tanto: i Reds sono l’unica squadra in Europa ad avere fatto 6 su 6. Più difficile la Premier, dove domina, ma almeno non le ha vinte tutte (11 su 14).
ATALANTA-REAL MADRID 2-3 – La prova di forza il Real l’ha fatta scattare all’inizio della ripresa. Attraverso tre elementi ben distinti e riconoscibili. La capacità di massimizzare gli episodi favorevoli, come il rimpallo che ha messo in azione Vinicius e gli ha dato la possibilità di riportare in avanti i suoi. La superiorità nell’uno contro uno: già era bastato lo stop orientato di Mbappé nel primo tempo, poi è arrivata la danza sulla mattonella di Bellingham nella ripresa. Infine, la propensione alla sofferenza, dote lodata da Bergomi in telecronaca diretta,. Non disgiunta mai dalla classe propria dei blancos, come Brahim Diaz che va a correre sull’out per fermare Kolasinac, gli ruba il pallone e per ripulirlo fa un tunnel.
BREST-PSV 1-0 – Il miracolo dei francesi non è solo avere 13 punti in classifica o non avere fatto segnare i campioni d’Olanda che in patria viaggiano alla media di oltre 3 reti a partita. L’impresa è portare il proprio popolo entusiasta a più di 100 chilometri dalla città, nell’impianto di Guingamp, e far sentire la propria voce per 90 minuti. Il tutto, nonostante una stagione che in Ligue 1 è tale ds far pensare che la grande avventura in Europa sarà questa e non ce ne saranno altre, almeno nel breve periodo.
BRUGES-SPORTING 2-1 – Saranno realmente indimenticabili gli ululati all’indirizzo dell’arbitro inglese Taylor nell’extra-time. Che ha assunto proporzioni da Mondiale del Qatar tra 11 minuti nel primo tempo e 5 nella ripresa, prolungato in maniera abbastanza incomprensibile per altri 150 secondi. Nei quali non c’è stato spettatore belga che non lo abbia maledetto, per usare un’espressione gentile.
BAYER LEVERKUSEN-INTER 1-0 – Per lunghi tratti la gara ha avuto un copione costante, con i tedeschi avanti (già da subito, con la traversa di Tella) e i nerazzurri ripiegati all’indietro a proteggere lo 0-0 e il sesto clean sheet consecutivo. A spezzare la monotonia ogni tanto qualche variazione sul tema, come quando Bisseck su un cross si è esercitato con un tacco al volo raro a vedersi. Poi, come spesso succede, il sale era nella coda, con Mukiele a determinare un altro verdetto.
LIPSIA-ASTON VILLA 2-3 – Deve davvero credere molto nelle proprie possibilità la squadra inglese se in Germania è riuscita ad andare due volte in vantaggio e, non bastando, è riuscita a farlo una terza volta. Con il gol peraltro meno limpido, perché la conclusione di Barkley era non propriamente ben indirizzata, ma ha trovato l’opportuna deviazione per lasciare i padroni di casa a zero punti in classifica. Il che è abbastanza clamoroso, tenendo conto del valore della squadra e anche di come in quasi tutte le partite (vedi con la Juve) abbia ragionevolmente pensato in corso d’opera che sarebbe anche potuta andare diversamente.
SALISBURGO-PSG 0-3 – Incredibile come Gonçalo Ramos sia riuscito a segnare nell’esatta maniera con la quale aveva fallito un gol che neanche un bambino. Sponda di Hakimi, deviazione a porta vuota, tutto facile e 0-1 per i francesi. Poco prima, situazione identica e deviazione a colpo sicuro fuori dallo specchio. Si fosse ripetuto nell’errore, sarebbe stato semplicemente da non crederci.
SHAKHTAR-BAYERN 1-5 – Se nell’arte l’Urlo per definizione è quello di Munch e nel calcio storicamente è quello di Tardelli in Italia-Germania finale del Mundial ’82, da ieri anche Thomas Muller si iscrive nella lista, Opera minore, ma il veterano del Bayern, dopo avere siglato la rete del vantaggio bavarese, ha salvato su Zubkov pronto già ad esultare per il pareggio. Invece a lanciare al cielo la propria felicità ci ha pensato lui, che non finisce mai di fare il Muller che conosciamo.