2013
Champions League, Capello: «Italia-Spagna? Sfida squilibrata»
Secondo il ct della Russia il divario con i due club spagnoli è netto ed importante.
CHAMPIONS LEAGUE JUVENTUS MILAN CAPELLO – Guida la Russia, appena promossa ai Mondiali 2014 in Brasile, ma ha tempo per presentare le sfide di Champions League per Milan e Juventus, due squadre che ha allenato in passato. Si tratta chiaramente di Fabio Capello, che ha parlato della sfida tra l’Italia e la Spagna, dato che le “nostre” squadre affronteranno rispettivamente Barcellona e Real Madrid: «È una sfida squilibrata. A favore degli spagnoli. Basta osservare l’ultimo calciomercato. Loro, che sono già ad altissimo livello, acquistano e continuano a migliorare. Quello che un tempo capitava con Milan, Inter e Juve», ha dichiarato il tecnico al “Corriere della Sera”.
REAL MADRID – L’analisi dell’allenatore è partita dal club madrileno, che può vantare di aver guidato con successo: «Non è facile cambiare in poche settimane quello che sei abituato a fare da tre anni. Serve tempo. Tra l’altro ad Ancelotti è mancato Xabi Alonso, l’uomo che poteva orientare il nuovo sistema di gioco. Bale? C’è stata un’asta. So che qualcuno ha offerto più del Real arrivando a proporre 120 milioni. Non credo di rivelare un segreto se dico che è stato il Manchester United. Complimenti a quelli del Tottenham, sono stati davvero bravi. Il Real è solo Ronaldo? No. Ronaldo è il finalizzatore di tutto il gioco. È come Messi per il Barcellona. Messi finalizza e inventa, lui inventa un po’ meno. Quando con la Russia abbiamo giocato contro il Portogallo, abbiamo cercato di pressarlo e di non fargli prendere velocità. Se gli dai spazio, ti fa ammonire subito un giocatore. Il bello è che Bale mi sembra addirittura più veloce di lui».
JUVENTUS – Capello ha poi analizzato il momento bianconero: «È che gli avversari ti studiano, ti prendono le misure e poi ti mettono i bastoni tra le ruote. Il Real stia attento. È stato il portiere a salvare qualche risultato, quindi i bianconeri devono crederci. Pirlo? È l’uomo che fa girare la squadra, quello che ha il colpo in più. E poi, osservando le sue ultime partite, ha affinato le punizioni: nel calcio moderno questa è un’arma che fa la differenza. Si può sbagliare un acquisto ma è vietato sbagliare una cessione? Confermo al 100%. Se dopo un anno non capisci che cos’hai in casa, mi sorge qualche dubbio».
MILAN – BARCELLONA In merito alla sfida di San Siro, invece: «Scontro improponibile? Sì, perché Messi fa la differenza. Con lui in campo tutti hanno più fiducia perché sanno che tanto qualcosa succede. Neymar? E’ un grande giocatore. Gli ho visto fare ottime cose alla Confederations Cup. Diamogli tempo. Abbiamo già dimenticato gli stenti di Platini quando è sbarcato in Italia? Matri e Birsa da una parte, Messi e Neymar dall’altra? Non c’è errore. È semplicemente un discorso economico: c’è chi può e chi non può. Questione di risorse. Quando aveva la possibilità di intervenire, Berlusconi interveniva. Ora, con tutto quello che ha da pagare a De Benedetti, a cui va aggiunta la crisi italiana, sta comunque facendo molto per il Milan. Non dimentichiamo che i dirimpettai nerazzurri hanno dovuto vendere. Ad inizio stagione il Barça non pressava quando perdeva la palla. Ora invece è tornato a pressare e quindi la squadra si è fatta più lunga, un po’ meno compatta, tanto che pure in questo caso il portiere è diventato decisivo. Se giocheranno così anche a San Siro, i catalani qualcosa concederanno. Peccato non ci sia Balotelli».
SOCIAL NETWORK – Anche Capello commenta il dibattito sull’utilizzo dei social network da parte dei calciatori: «Dico solo che bisognerebbe dare una bella regolata a tutti questi tweet. A chi interessa se uno ha portato a spasso il cane o se la fidanzata gli ha cucinato i bucatini all’amatriciana? La verità è che siamo diventati tutti guardoni, guardiamo attraverso il buco della serratura. Però attenti: ci sono i guardoni ma ci sono anche quelli a cui piace farsi guardare…».
RISVEGLIO – Infine, sul momento del calcio italiano Capello conclude: «Vedo un risveglio tecnico e di valori: qualche buon giocatore come Higuain e Tevez, in fondo, è arrivato. Purtroppo finché non ci saranno stadi di proprietà partiremo sempre con l’handicap».