2009

Champions League, Barcellona campione d’Europa: 3 a 1 al Manchester United

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Arriva il decimo trofeo da allenatore per Pep Guardiola in tre anni di panchina al Barcellona: la seconda Champions League dopo aver mancato quella dell’anno scorso, dove si accontentò della semifinale con l’Inter. A Wembley, in Londra, il Barcellona batte 3 a 1 il Manchester United giocando un ottimo secondo tempo all’insegna della rapidità  e del pressing asfissiante annullando le ripartenze del Manchester United, che non riesce a pungere come nel primo tempo. 19 anni dopo la prima Champions League a Wembley, vinta 1 a 0 ai supplementari con la Sampdoria grazie ad una punizione di Koeman, la squadra catalana vince per la quarta Champions League della sua storia.

La gara inizia con un Manchester United molto propositivo e che parte subito all’attacco: all’8′ è proprio degli inglesi la prima occasione da rete, con Mascherano che si lascia beffare da Rooney fermato solo da Victor Valdes. Risponde il Barcellona con Pedro, che prova a chiudere un ottimo cross di Xavi mettendo però la palla fuori dallo specchio della porta. Al 27′, però, sullo stesso asse Xavi-Pedro arriva il vantaggio dei catalani: l’attaccante della cantera blaugrana si stacca dal suo marcatore a tu per tu con Van der Sar sigla l’1 a 0. Il pareggio arriva dopo sette minuti con Rooney che triangola benissimo con Giggs al limite dell’area e conclude poi di prima intenzione alle spalle di Victor Valdes.

Nel secondo tempo la partita si mette subito in discesa per Pep Guardiola, agitatissimo in panchina: Lionel Messi recupera palla e dopo una serpentina, arrivato al limite dell’area, calcia centrale e potente. Evra è in ritardo e Van der Sar, coperto da Vidic, non vede partire la palla: goal del 2 a 1. Dal 60′ inizia l’assedio del Barcellona con Messi che ha due occasioni nitide tra i piedi, fino a quando non arriva il goal del 3 a 1: serpentina in area di Messi, palla poi recuperata da Pedro dopo un disimpegno poco attivo del Manchester United: sulla sfera arriva Villa che da fermo calcia a giro mettendo la palla all’incrocio dei pali.

La partita non ha più niente da dire e si lascia andare alla giostra delle sostituzioni fino al fischio finale di Kassai, che ha arbitrato la finale in maniera impeccabile.

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