2015

Cesena, Lugaresi: «Il calcio ha perso la ragione»

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Il patron del Cesena si sofferma sul caso Parma

Il presidente del Cesena, Giorgio Lugaresi, è tornato a parlare del caso Parma ai microfoni di Radio Anch’io lo Sport. Lugaresi si è soffermato però, innanzitutto, sul momento della sua squadra dopo i risultati incoraggianti delle ultime giornate: «Abbiamo dato continuità e siamo soddisfatti dei punti fatti, nel girone di ritorno ci stiamo comportando bene».

LOTTA CONDIZIONATA – Il discorso si è poi spostato sulla lotta per la salvezza e, automaticamente, sul caso Parma: «Il Parma ha saltato due partite e i giocatori da mesi parlano solo di problemi interni, sono motivazioni psicologiche e morali che non tengono libera la mente dei giocatori. Inoltre qualcuno ha pensato di andarsene, come Rodriguez. Quindi la lotta salvezza è condizionata». Il tema Parma non è però esaurito, Lugaresi procede: «Io sono dell’idea che si debba lavorare nel rispetto delle regole al 100%, noi non dobbiamo dare il cattivo esempio e servono anche le decisioni impopolari, anziché mettere una toppa. Il rispetto delle regole salvaguarda tutti: le nostre regole hanno fatto iscrivere il Parma e gli hanno perfino permesso di prendere nuovi giocatori, e noi ce li siamo trovati contro. Perdiamo credibilità da tutte le parti».

GAME OVER – Queste, a dire di Lugaresi, le ragioni della situazione critica: «Il calcio è in mano a gente che ha perso il lume della ragione. C’è la malsana abitudine di spendere sempre di più e di indebitare sempre di più la società ma il giochino si è un po’ ristretto, il mercato italiano adesso è più povero e queste situazioni rendono più opaca la nostra immagine. La situazione di Parma metterà tanti creditori in difficoltà e questo non è giusto». Lugaresi è critico anche nei confronti dei dirigenti calcisitici a livello nazionale: «Io ho votato Tavecchio perché non avevamo alternative, Albertini non lo conoscevamo se non per il sostegno dell’AIC che non si è preoccupata della situazione del Parma. Sono tutte componenti legate a vecchissimi canoni. Io Donadoni lo stimo tantissimo ma non doveva aspettare febbraio».

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