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Pierluigi Cera: «Il Cagliari dello scudetto, Gigi Riva, gli autogol di Niccolai e una difesa fortissima…»
Pierluigi Cera, ex compagno al Cagliari di Gigi Riva, ha raccontato alcuni aneddoti della leggenda rossoblù a La Gazzetta dello Sport
Pierluigi Cera è stato il libero del Cagliari dello scudetto nel 1970. Oggi, a 83 anni, a La Gazzetta dello Sport racconta quegli anni nei giorni della commozione dell’Italia intera per la scomparsa di Gigi Riva.
COME VA – «Benissimo. Sono appena stato al bar con gli amici, poi vado a prendere mia nipote a scuola. Poi pranzo e faccio un pisolino e se in serata c’è una partita, ci do un’occhiata. Magari abbasso l’audio, qui urlano tutti. Non sono mica sordo. Io non urlavo neanche in campo, anche se ero il libero e il capitano».
IL PRIMO LIBERO MODERNO DEL CALCIO ITALIANO – «Sono diventato libero per caso, l’anno dello scudetto. Si era fatto male Tomasini. Eravamo in 17, giocavo a centrocampo, davanti alla difesa. L’allenatore Scopigno mi ha chiesto se potevo scalare dietro. Abbiamo un po’ discusso…»
UN RUOLO ALLA BECKENBAUER – «Dai, non esageriamo. Diciamo alla Cera, questo sì. E mi ha fatto tanto piacere sentire poi dire che Scirea e Tricella si sono ispirati a me».
L’HA DETTO ANCHE BARESI – «Ah sì? Anche lui ha interpretato alla grande il suo ruolo: un gigante».
LA FORZA DEL CAGLIARI – «Certo, una grandissima squadra. Vero, là davanti c’era Riva, il numero uno, ma eravamo solidi in tutti i reparti. Portiere, difesa, centrocampo, attacco. Abbiamo subito solo undici gol. Dico undici, con un’autorete e un rigore».
GLI AUTOGOL DI “AGONIA” NICCOLAI – «Hanno esagerato. “Agonia” una volta mi ha detto: “Piero, qui mi massacrano con gli autogol. Ne ho fatti in tutto cinque. Ma non lo sanno che Franco Baresi e Riccardo Ferri ne hanno fatti quasi il doppio? Vadano a controllare…».
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