2014
CdS: Zeman preferì Balzaretti a Cuadrado
Segreti e dettagli dietro al fallimento del boemo a Roma
ROMA CAGLIARI ZEMAN – «La colpa è stata nostra, non lo abbiamo aiutato», con queste parole Francesco Totti commentò l’esonero di Zdenek Zeman dalla Roma. Era stato scelto da Walter Sabatini e Franco Baldini, scuotendo l’ambiente, che registrò un boom di abbonamenti (23 mila tessere), ma il tecnico boemo non si rapportava alla proprietà come fa Rudi Garcia e quindi rimase solo. Avvertito come un corpo estraneo dagli americani, Zeman divorziò in maniera traumatica: Baldini non riusciva a contattarlo per comunicargli l’esonero, i dirigenti allora chiamarono la moglie, il figlio ed il procuratore Faccini, mentre Zeman era a giocare a golf. Non voleva dimettersi l’attuale allenatore del Cagliari, che rilasciò dopo l’esonero due interviste non gradite alla società giallorossa; arrivò poi una lettera ufficiale per fargli capire che doveva rispettare il regolamento, essendo sotto contratto.
RETROSCENA – Sono alcuni dei retroscena rivelati dal Corriere dello Sport in merito al flop di Zeman. Le rotture con De Rossi, Pjanic, Osvaldo, Marquinho e Castan, dunque, furono la punta dell’iceberg, perché le divergenze si erano concretizzate con la società subito dopo il suo arrivo: Zeman accettò controvoglia la tournée americana, continuò a frequentare amicizie poco gradite alla dirigenza, che spiazzava in conferenza stampa molto spesso. E quando Sabatini bloccò Juan Cuadrado, Zeman disse che preferiva un terzino di ruolo, accontentandosi di Piris e preferendo Balzaretti e per il direttore sportivo fu imbarazzante non mantenere la parola con la famiglia Pozzo. Si creò altro imbarazzo quando la Roma spinse Zeman a servirsi della collaborazione di Andreazzoli: lo staff non gradì, tanto che pagò diverse multe per i ritardi.