2014

Caudo (Ass. Roma): «Stadio? Quante bugie…»

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Parla l’assessore all’Urbanistica e Trasformazione urbana della capitale

La sfida quasi impossibile non è costruire lo stadio, ma combattere le perplessità: cambiare mentalità è la missione di Giovanni Caudo, architetto e professore universitario, nonché assessore all’Urbanistica e Trasformazione urbana della Giunta Marino, presentata ieri in Campidoglio. «Condivido il traguardo fissato da Marino: disegnare una città nuova, migliore, la città dei nostri figli. A questo serviranno lo stadio della Roma, e speriamo, l’Olimpiade 2024», ha spiegato Caudo ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, difendendosi dalle critiche e dalle accuse, come quella che riguarda il rischio esondazione nell’area scelta per la costruzione dell’impianto giallorosso: «Questa è la bugia più fastidiosa. L’Autorità di bacino ha attribuito all’area il rischio 3, lo stesso del quartiere Flaminio. L’unica zona a rischio 5 è a Decima, che non ha nulla a che vedere con lo stadio ma per cui noi abbiamo chiesto ai proponenti la messa in sicurezza del Fosso di Valleranno con un investimento di 5 milioni di euro. Quindi, la questione è ribaltata: grazie allo stadio Decima non sarà più una zona a rischio esondazione».

NODI DA SCIOGLIERE – L’altra critica riguarda la cementificazione su un suolo agricolo e in un’area inedificabile: «Questa è la più clamorosa. Noi non consumiamo un grammo di agro romano, ma trasformiamo una zona dismessa. L’area è già catalogata come “verde per attrezzature sportive” ed è edificabile per 112.000 metri quadri. Perciò, le servirà solo una variante per incrementare i metri edificabili». L’altro nodo riguarda i tempi previsti per il completamento dello stadio: «Ma noi abbiamo posto ai proponenti un vincolo preciso, che verrà inserito nella Convenzione urbanistica: finché le opere richieste — il prolungamento della Metro B, la riunificazione di Ostiense e via del Mare, lo svincolo della Roma­Fiumicino, il ponte pedonale, la messa in sicurezza del Fosso di Vallerano — non verranno completate, lo stadio non otterrà l’agibilità. Quindi, è interesse di Parnasi e Pallotta realizzarle in tempo. E un vincolo, lo ricordo, lo abbiamo posto anche sulla proprietà dell’impianto: se il contratto tra lo stadio e la Roma si interromperà prima di 30 anni, andrà pagata una penale di 167 milioni. Pochi?».

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