2014

Catania, Pulvirenti: «Juventus? Normale guardarli in cagnesco…»

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Il patron del club etneo ha presentato la sfida contro i bianconeri e analizzato il momento della sua squadra.

CATANIA PULVIRENTI – Alla guida del Catania dal 2006, Antonino Pulvirenti rischia di dover ripartire la prossima stagione dalla serie cadetta. La squadra di Rolando Maran necessità di un’inversione di rotta, ma il calendario non aiuta ed oggi c’è la sfida contro la Juventus: «E dopo la sfida contro i bianconeri ci tocca ricevere il Napoli. Non il massimo, per chi come noi ha necessità di far punti. La Juve è una squadra fortissima, domina il campionato da tre anni e praticamente non ha punti deboli. L’ottimismo arriva dalla consapevolezza che il nostro è un buon gruppo. Mentre non credo a una Juve stanca o indebolita dalle assenze: Conte dispone di una rosa tale da garantire sempre l’impiego di un’ottima squadra. E poi quando hai uno come Pirlo in mezzo al campo, per gli avversari è sempre durissima», ha dichiarato il patron del club etneo ai microfoni di “Tuttosport”.

LA SPIEGAZIONE – Pulvirenti ha provato poi a spiegare le difficoltà mostrate dalla squadra: «Le enormi difficoltà incontrate a inizio campionato e dipese da una serie impressionante di infortuni a giocatori molto importanti. E quando inizi ad arrancare guardi la classifica, vedi che sei in ritardo e ti fai prendere dall’ansia. Non a caso, nelle ultime prove contro due dirette concorrenti, alla sesta giornata contro il Chievo e nell’ultima contro il Sassuolo, la squadra si è sciolta alle prime difficoltà. Non nascondo i problemi, ma sono convinto che una vittoria darebbe quella fiducia che ora manca e che permette di ripartire. Siamo ultimi, ma non lontani dalle squadre che ora sarebbero salve».

RISCHIO RETROCESSIONE – Il patron del Catania, consapevole del forte rischio retrocessione, ribadisce la sua volontà di proseguire il progetto etneo: «Siamo uno tra i club più virtuosi della Serie A, per quanto riguarda i conti. Scendere in B comporterebbe un danno economico, ma non tale da compromettere il percorso che sto facendo alla guida della società. Abbiamo appena acquisito i terreni per edificare il nuovo stadio, che contiamo di inaugurare nell’estate del 2017: la capienza passerà dai 20 mila posti del Massimino ai 25 mila del prossimo impianto. Abbiamo strutturato la società, stringendo rapporti di collaborazione con l’Argentina attraverso Claudio Caniggia e aprendoci al mercato dell’est europeo. Stiamo lavorando bene, pure in virtù di un eccellente centro sportivo, sul settore giovanile. Credo fermamente alle possibilità di salvezza del Catania, ma nel caso sono pronto a ripartire con entusiasmo anche dalla categoria più bassa. Siamo una realtà medio-piccola, gli intoppi sono nell’ordine delle cose».

I RAPPORTI – Infine, Pulvirenti ha parlato dell’accoglienza che sarà riservata ai bianconeri e dei rapporti, quindi, con la Juventus: «Ottima. In ogni ambito la polemica ci può stare, ma poi va anche spenta. Pranzo pre-partita? In Italia non siamo ancora maturi per questo. Nelle ore che precedono la gara c’è tensione: quando vedo arrivare i bianconeri mi viene naturale guardarli in cagnesco. Lega? Abbiamo discusso animatamente, ma anche sul piano politico le acque poi si sono calmate. Anzi, è un paradosso che la Juventus non sia all’interno del Consiglio di Lega. La gestione della Juve rimane un modello. Devo riconoscere che come movimento siamo indietro ad altri paesi. Litighiamo per la Supercoppa a Pechino, piuttosto che vendere il nostro prodotto, attraverso il mezzo televisivo, nei Paesi che vorrebbero seguire la Serie A. Sono convinto che la Juve sia prossima a colmare il cosiddetto gap, già minimo, che la separa dalle grandi d’Europa».

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