2013

Catania a braccetto con le grandi

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Sopra Roma ed Udinese, a tre punti dalla Fiorentina, a quattro dall’Inter e a cinque da Lazio e Milan. Dopo venticinque giornate di campionato. L’ennesima impresa targata Catania va oltre il recente passato perché segnale definitivo del fatto che nella piazza siciliana si lavora bene e con tranquillità. Gli allenatori a Catania non falliscono: Zenga, Mihajlovic, Montella e Maran, per citarne alcuni.

IL CAMPIONATO DEL CATANIA – In relazione alla sua altissima classifica, i dati evidenziano come la squadra di Maran abbia nella sua organizzazione difensiva il valore aggiunto, statistica assolutamente in linea con le realtà più strutturate: alla voce reti subite il Catania subisce un passivo di 30 gol, che va confrontato ai 31 del Milan, ai 29 della Lazio, ai 33 dell’Inter, ai 30 della Fiorentina, ai 45 della Roma e ai 34 dell’Udinese. Nonostante dunque un approccio più che propositivo – l’impianto base si fonda su un 4-3-3 che vede la contemporanea presenza in campo di tre attaccanti più Lodi ed Almiron – l’organizzazione complessiva gode di un invidiabile equilibrio. Il Catania è una squadra solida che, paradosso, segna poco: le 32 reti realizzate ad oggi rappresentano un dato inferiore alle sue nuove concorrenti, vedi essenzialmente i 45 gol della Fiorentina, i 44 del Milan, i 40 dell’Inter e i 51 della Roma.

ELEMENTI TRAINANTI: UNA SQUADRA DAL RENDIMENTO ECCELLENTE – Il rendimento di alcuni singoli si è oramai attestato su livelli difficilmente pronosticabili un paio d’anni fa: Andujar è garanzia di affidabilità (6.10 media voto Gazzetta), Legrottaglie (6.15), Spolli (6.18) e Marchese (6.20) raramente sbagliano una partita, discorso analogamente applicabile al terzetto di centrocampo composto da un eccezionale combattente quale Izco (6.17), dai piedi fatati e dalle geometrie di Lodi (6.14) e dal dinamismo di un tuttofare quale Almiron (6.12). Nel tridente offensivo brilla la stella del Papu Gomez (6.28, con ben 5 gol e 6 assist all’attivo), un calciatore assolutamente imprevedibile e destinato a partire verso piazze di primissima fascia; bene Bergessio (6.14), da sempre attaccante bravo come pochi a favorire la manovra della squadra ma in questa stagione proficuo anche sotto il profilo realizzativo, grazie alle sue sette reti e ad un bottino che può ulteriormente accrescere nel finale di stagione. Discontinuo Barrientos (5.93): quattro gol e due assist, vero, ma anche diversi blackout che ne hanno minato il rendimento complessivo. Impatto eccellente per il dodicesimo uomo Lucas Castro (6.16): impiegato sia nel tridente offensivo che nella linea di centrocampo a seconda della necessità, ha assicurato affidabilità, quattro reti e due assist.

DOVE PUO’ ARRIVARE QUESTO CATANIA? – Difficile dirlo oggi perché la situazione in divenire dipende anche (tanto) da quanto di buono riusciranno a mostrare le dirette concorrenti: un evidente calo del Catania alla luce dei dati esposti sembra complesso da immaginare e la squadra può inseguire il sogno di un favoloso piazzamento in Europa League. La squadra di Maran ha un rendimento casalingo impressionante, per intenderci perfettamente uguale a Juventus e Lazio (9 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte) ed inferiore di un punto soltanto al Napoli (9 vinte, 3 pareggi e una sconfitta). Paga però lontano dal Massimino, con sole 2 vittorie ma 4 pareggi e 6 sconfitte. Poco male per una squadra decisamente oltre le aspettative iniziali ed a braccetto con le realtà più accreditate del torneo, ma il sogno europeo passa inevitabilmente per un’inversione di tendenza negli impegni lontani dalle mura amiche. E dalla determinazione nel continuare a stupire e non accontentarsi di quanto eccezionale realizzato finora.

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