2020

Castagne: «Grazie Atalanta ma avevo bisogno di giocare con regolarità. Su Gasperini…»

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Timothy Castagne ha parlato sulle pagine della Gazzetta dello Sport chiarendo i motivi che l’hanno spinto a lasciare Bergamo

Timothy Castagne ha parlato sulle pagine della Gazzetta dello Sport da nuovo giocatore del Leicester. Queste le parole dell’ex esterno dell’Atalanta.

PREMIER LEAGUE – «Sono felice e carico. Ho sempre avuto il desiderio di giocare in Premier il torneo più bello e competitivo del mondo. E finalmente, eccomi qui» 

TIFOSI ATALANTA – «Non vedo l’ora di venire a Bergamo per vedere una partita tutti insieme con lo stadio sold-out, come al solito prima del lockdown. Città, pubblico e club restano nel mio cuore». 

MOTIVI DELL’ADDIO – «Avrei potuto rinnovare il contratto (in scadenza nel 2022, ndr), la decisione è maturata dopo la partita contro il Psg. I soldi non c’entrano, ha pesato la situazione tecnica. Sono stato provato nell’undici titolare tutta la settimana, alla vigilia sono stato escluso. E onestamente, è stata una sorpresa. Inoltre avevo bisogno di giocare con regolarità, nello stesso ruolo: una volta ero a destra, un’altra a sinistra, un’altra in pan- china… Non era proprio il massimo. Detto ciò, non potrei mai parlare male di qualcuno: semplicemente, volevo trovare continuità».

RICHIESTE IN ITALIA – «Non mancavano è vero, ma se fossi rimasto in Italia avrei indossato solo la maglia nerazzurra».

GASPERINI – «Tecnicamente e tatticamente è uno dei top in assoluto, ma a livello umano non c’era un grande rapporto: non perché ci fosse qualche particolare problema tra noi. Ha il suo modo di fare: per esempio, se stai fuori sarebbe importante avere una spiegazione da parte dell’allenatore, aspetto che con lui mancava. Ma va bene così: ciò mi ha reso più forte mentalmente. A Bergamo è fondamentale capire e adattarsi al gioco di Gasperini: se ce la fai, non ti fermi più. Come club per un giovane solo l’Ajax può essere superiore».

ILICIC – «Punto su Ilicic, spero possa tornare alla grande e che riesca a mettersi tutto alle spalle: è un campione. E non dimentico gli altri, ai quali mi lega profonda amicizia: penso, per esempio, a De Roon, Djimsiti e Toloi».

PERCASSI – «Parlo per me: li ringrazierò per sempre. Nel 2017 sborsarono 5-6 milioni per un ragazzino che veniva del Genk… Quanti lo avrebbero fatto?».

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