2017

Cassano-Hellas, patto con Setti per proseguire

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La firma, il ritiro e il ripensamento: Antonio Cassano è un caso rientrato per l’Hellas, ma è servito l’aiuto di famiglia e patron per evitare l’addio

No, stavolta non è stata una Cassanata, almeno nelle intenzioni. Perché Antonio Cassano aveva seriamente deciso di lasciare il Verona e il calcio. FantAntonio ci ragionava su da qualche giorno e la sua scelta era molto cerebrale. Le basi erano nel cambio di vita maturato nell’ultimo anno: l’inattività dovuta all’esilio forzato dalla Samp, il rifiuto di ogni destinazione per orgoglio («O Samp o niente») , l’allenarsi per mesi e mesi in solitudine o al massimo con la Primavera blucerchiata, il no alla Cina e ad altre ricche destinazioni da fine carriera perché riteneva di avere diritto a un posto in Serie A. Era questa la sua spinta motivazionale: la ricerca di una squadra nella massima serie. E quando appena nove giorni fa ha siglato il contratto col Verona, inconsciamente gli si è spenta la luce. Paradossalmente l’accoglienza dei nuovi compagni e dei tifosi, l’affetto del club, gli applausi, i primi assist, le prime magie lo avevano privato di forza. E’stato come dire a sé stesso e al mondo del calcio: «Visto? Sono tornato, sono ancora qui: il più forte di tutti. Ora però basta».

IL PIACERE DELLA FAMIGLIA – Già in passato Cassano aveva dato voce ai sentimenti di rivalsa, ma era evidente come nell’animo del barese il dominio del Dio pallone fosse stato quantomeno scalfito dall’amore per una nuova «squadra», fortissima: la famiglia. Sua moglie Carolina, i due figli Christopher e Lionel, le passeggiate nel parco, il prendersi cura in prima persona dei bimbi, fare due palleggi per strada: la quotidianità lo aveva reso un uomo lontano dal calcio, ma più felice. Così Cassano da tre giorni aveva manifestato a sua moglie e ai dirigenti gialloblù, il patron Setti e il d.s. Fusco (il suo primo sponsor), l’intenzione di mollare prima dell’inizio del campionato, giunto alla conclusione che mentalmente non avrebbe più sopportato la lontananza da casa. Eppure pochi minuti prima della conferenza stampa d’addio, con la maglia 99 già considerata in società alla stregua di un Gronchi Rosa, nella sua mente scatta qualcosa, e Cassano cambia idea spinto da Carolina e da una telefonata last minute del presidente Setti che tocca le corde giuste del giocatore: «Fai vedere al mondo e ai tuoi figli quanto sei forte». Proprio quello che Antonio voleva sentirsi dire.

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