2017

Casiraghi spinge l’Italia: «Azzurri favoriti contro la Svezia»

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Pierluigi Casiraghi fu l’uomo che ci mandò al Mondiale ’98: «Peccato non esser stato in Francia. Ventura…»

Napoli, 15 novembre 1997, ritorno dello spareggio per il Mondiale ‘98, Italia-Russia 1-0: Gigi Casiraghi, lei che segnò il gol della qualificazione certa, vuole spiegare ai nostri come si fa? «Io al massimo posso spiegare l’effetto che fa: mi ero goduto ogni momento e poi l’idea di giocare un altro Mondiale, magari per fare quel gol che mi era scappato via nel ‘94. Alla fine non ci andai, ma questo è un altro discorso…». Altri ricordi? «Il boato del San Paolo quando segnai: impressionante». Il boato di San Siro com’è? «Se è pieno come sarà lunedì prossimo, impressionante. Ci abbiamo già guadagnato un Mondiale, lì: non era uno spareggio, ma l’1-0 con il Portogallo (novembre ‘93, gol di Dino Baggio) fu decisivo». Uno spareggio è una finale di 180’: frase fatta? «No, ma la partita di andata è molto importante: se fai risultato là, magari segnando come noi vent’anni fa in Russia, poi in casa hai due risultati su tre».

CONSUETUDINE – Che peso ricorda, di quella doppia sfida? «Se giochi nell’Italia, visto che l’Italia al Mondiale ci va sempre, pensi per forza: se ci qualifichiamo è tutto normale, se non ci qualifichiamo saremo ricordati come quelli di un’eliminazione storica, tipo Corea. Succederebbe 60 anni dopo l’ultima volta, giusto? Però Ventura ha giocatori con più esperienza internazionale, più abituati a partite così, a gestirsi bene su 180’: è una delle differenze fra Italia e Svezia». Immobile-Belotti come lei e Ravanelli in quello spareggio di vent’anni fa? «Ma io e lui giocammo solo per emergenza: erano i tempi di una punta centrale e un fantasista, e ce n’erano tanti. Oggi che giochi una coppia così è più facile. E giusto, ovviamente». Casiraghi dà a “La Gazzetta dello Sport” tre motivi per cui l’Italia andrà al Mondiale. «Perché è più forte della Svezia. Perché ha sbagliato davvero solo una partita, a Madrid. Perché considerato tutto, compreso il sorteggio, lo merita. E perché un Mondiale senza l’Italia sarebbe troppo triste. Ne ho detti quattro, va bene lo stesso?»

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