2015

Casertana, Mancosu: «Rifarei la scelta di Caserta altre mille volte, vogliamo i play-off»

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Il centrocampista prosegue: «Benevento, nessun rancore. Cagliari ce la può fare»

Mancosu e la Casertana, amore a prima vista. Il centrocampista sardo ha creato subito un forte rapporto con l’ambiente nonostante sia alla prima stagione con la maglia dei ‘Falchetti’ e ai nostri microfoni si racconta tra passato, presente e futuro. Nel prossimo turno la Casertana affronterà il Benvento, sua ex squadra, ma Mancosu spiega i motivi per i quali non ha desideri di rivalsa.

Marco, avete fatto quattro punti tra Lupa Roma e Ischia. Siete soddisfatti?
«In realtà speravamo di fare risultato pieno a Ischia ma per come si era messa la partita, con l’inferiorità numerica, può andare bene cosi. Il campo era in pessime condizioni e questo ha penalizzato noi che siamo una squadra tecnica. Un punto ci può stare, guardiamo avanti con fiducia».

La Juve Stabia è tornata alla vittoria e vi ha riagganciato al terzo posto: è il vostro obiettivo?
«L’importante è riuscire a centrare i play-off, arrivare terzi cambierebbe poco perchè le squadre si equivalgono e tutto torna in gioco».

Sei tornato a giocare da mezzala: è il ruolo dove riesci a fare meglio?
«Sì assolutamente, è il ruolo che prediligo nel 4-3-3. Il ruolo di mezzala rispecchia in pieno le mie qualità, penso di aver fatto bene in questo ruolo ma non ho problemi nel giocare dietro le punte in un 4-3-1-2».

Come giudichi la tua stagione?
«Sto facendo bene, sono soddisfatto del mio apporto alla squadra. L’unico rammarico è quello di non aver giocato sempre come mi era capitato in passato».

A proposito: con l’Ischia non sei partito dal primo minuto, avevi qualche fastidio?
«No, no. Sto bene, è stata una normale scelta tecnica che rispetto».

Com’è il rapporto con il mister Campilongo? Lui è stato importante nel cambio di passo.
«Normale, da allenatore e calciatore, niente di particolare. Lui ha fatto bene fin da subito e siamo pronti per questo finale di campionato».

Il momento più importante è stato il gol decisivo con la Salernitana?
«Assolutamente sì, è stato davvero emozionante vedere tutta quella gente felice. Un momento molto molto bello».

Pensi di essere diventato un leader della squadra?
«Credo di essere un giocatore importante per la squadra, un punto di riferimento. Il rapporto con i tifosi è ottimo, qui sono molto felice e rifarei mille volte la scelta di Caserta. Non a caso ho firmato un triennale, credo nel progetto del presidente Lombardi».

Il più bel gol lo hai fatto di recente diventando padre.
«Qualcosa di stupendo, ho toccato il cielo con un dito e ringrazio mia moglie per la bimba che mi ha donato e per tutto quello che fa per noi. Senza di lei non sarei nessuno, è troppo importante».

Prossimo turno speciale per te, contro la tua ex squadra come il Benevento: cosa ti aspetti dai tuoi ex tifosi?
«All’andata a Benevento l’accoglienza non è stata il massimo, ma sono cose che capitano. I giocatori, specie gli ex, vengono fischiati o applauditi. Loro hanno scelto la prima via ma non porto rancore, anzi ringrazio il presidente Vigorito che è stato molto importante per me».

Se dovessi segnare, esulteresti?
«Questo non lo so, io sono un tipo istintivo e non vado a ragionamenti. Vedrò vecchi amici ma nel campo sarà guerra per i 90′. Sarà una partita molto difficile, loro sono una squadra forte».

Un occhio alla tua squadra del cuore, il Cagliari. Come la vedi da tifoso?
«Dispiace per il momento e per la classifica, specie per come sono maturati certi risultati. Con l’Empoli è arrivato un pari quando ormai si pensava di aver ritrovato la vittoria. E’ una situazione difficile ma sono contento che sia tornato Zeman, un mister che stimo tantissimo a prescindere dal tifo per la squadra della mia città. Gioca un calcio propositivo e con quella mentalità il Cagliari ce la può ancora fare».

Rimpianti di non aver continuato la tua carriera li, dopo il gol all’esordio in A?
«No, nessun rimpianto. Sono contentissimo del mio passato, non rimpiango nulla sono sincero. Per la Serie A ci può ancora essere tempo, ho solo 26 anni e mio fratello (Matteo, attaccante del Bologna, ndr) è un esempio per me. Lui ce l’ha fatta ai 29 anni a raggiungere la B, posso farcela anche io. Non mi precludo niente, anzi, spero di raggiungere i miei obiettivi».

Dell’esperienza in rossoblu cosa ricordi con più piacere?
«Il rapporto con Sau e mister Giampaolo: il primo è stato mio compagno in Primavera ed eravamo molto legati, il mister è una persona per bene, un grande uomo e mi ha dato la possibilità di vestire la maglia del Cagliari in A».

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