2015

Casertana, Campilongo: «Contento di aver fatto ricredere i tifosi»

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Il mister lancia i suoi: «Ci attendono due partite importanti»

Una vittoria a Barletta che vuol dire aggancio al terzo posto, seppur in coabitazione con Lecce e Juve Stabia. La Casertana vuole giocarsi le sue carte fino in fondo per la lotta ai play-off, un risultato importante considerando che la formazione allenata da Salvatore Campilongo è una neo-promossa. Proprio il tecnico dei falchetti si è concesso in esclusiva per Calcionews24.com, analizzando pregi e difetti del suo gruppo.

Mister da quando si è insediato sulla panchina della Casertana, i falchetti hanno cambiato marcia, inserendosi prepotentemente in zona play-off. Cosa è cambiato con il suo arrivo?
«Io lo dissi dall’inizio che volevo portare la mia mentalità, di giocare un calcio offensivo e più sbarazzino. Ho sempre proposto un 4-3-3, volevo che la Casertana fosse più libera da concetti tattici. In realtà ho sempre avuto anche delle grandi difese, quest’anno abbiamo fino ad ora il quarto miglior attacco e la seconda migliore retroguardia. Non siamo una grande squadra ma un buon gruppo. In parole povere, Benevento, Juve Stabia e Salernitana hanno qualcosa di più per quanto riguarda l’organico ma noi non abbiamo mai avuto paura di nessuno. Paradossalmente dopo la vittoria nel derby contro la Salernitana abbiamo avuto un calo, sopratutto mentale. Eravamo forse svuotati dopo cinque vittorie consecutive, gli infortuni ci hanno tartassato. Li abbiamo lavorato ancora meglio, ci siamo ricompattati e adesso abbiamo ripreso una buona marcia, sugelllata da due grandi vittorie come le ultime ottenute contro il Lecce e a Barletta. In mezzo solo la sconfitta di Matera, per il resto abbiamo sempre fatto delle ottime prestazioni nell’ultimo periodo».

Ha qualche rimpianto della sfortunata trasferta contro la matricola lucana? Forse siete entrambe le vere sorprese e mine vaganti del girone C.
«Rimpianti no, perchè entrambe le squadre avevano intepretato la gara nel modo giusto fornendo delle grandi prestazioni. I primi 42′ sono stati tutti di marca nostra, poi abbiamo preso due gol incredibilie sfortunati sul finire del tempo. Nel secondo tempo siamo entrati con la giustà mentalità, cercando il gol e prendendo anche una traversa. Sapevamo che era un incidente di percorso che ci poteva stare. Non ci ha scalfito, ci siamo ricompattati e poi è arrivata la ciliegina sulla torta con l’ultima vittoria a Barletta. Sulla carte abbiamo due gare abbordabili ma ho avvertito la squadra che sono in realtà molto insidiose. Meroledi giochiamo contro la Lupa Roma e poi in casa con l’Ischia, ho chiesto sei punti».

Una Lupa Roma indebolita dal mercato di gennaio…
«La partenza di Perrulli (alla Salernitana ndr) è molto importante ma loro in casa si trasformano. Ieri sono andato a vederli, sono un avversario temibile».

Mister, possiamo togliere la maschera: obiettivo play-off alla portata?
«Questa era una squadra che si doveva solo salvare inizialmente, sono arrivato io e abbiamo centrato cinque vittorie consecutive. Adesso ce la giochiamo, il sogno volevo affrontarlo con grande lealtà, non abbiamo paura di nessuno e voglio sei punti in queste due partite. Per me è il crocevia della stagione, poi è normale che se arrivi in fondo te la giochi con tutte».

Il rapporto con i tifosi è migliorato? All’inizio c’era un pò di diffidenza…
«In realtà non mi volevano proprio, i tifosi si attaccarono ad un episodio vecchio a Marcianise con un gesto che io non avevo mai fatto. Poi in conferenza mi dissero che non volevano vedermi sotto la curva a festeggiare le eventuali vittorie. Io gli risposi che sarei stato un fantasma e che volevo convincerli solo con il lavoro e i risultati. Prima della partita con la Salernitana, dei rappresentanti della curva sono venuti al campo di allenamento e c’erano i segnali di una tregua. Dopo la vittoria i miei difensori Murolo e Idda mi chiamarono ad andare sotto la curva. Sono molto contento di come sono andate le cose, finì in trionfo e fui salutato con affetto dai tifosi anche fuori dallo stadio».

 

 

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