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Casarin: «Il Var merita una riflessione seria»

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Paolo Casarin, ex arbitro, ha parlato al Corriere della Sera degli ultimi episodi dubbi in cui è stato utilizzato il Var

Paolo Casarin, ex arbitro, ha parlato al Corriere della Sera degli ultimi episodi dubbi in cui è stato utilizzato il Var in Serie A e in Coppa Italia. Ecco le sue dichiarazioni.

VAR – «La Var merita una riflessione seria, appassionata. È stata adottata per disperazione: l’arbitro in uno stadio di serie A, con tanta difficoltà di gestione tecnica, era l’unico a decidere da solo, e soprattutto subito, per dimostrare ai calciatori sicurezza tecnica. Ma chi è il Var? È un arbitro che ha finito la carriera o che ha interrotto il percorso per insufficienza tecnica. Un arbitro può passare dal campo all’analisi televisiva senza una preparazione specifica? Per cercare l’errore dell’arbitro deve osservare una quantità di posizioni e contatti in area? Non è che si trasforma in un ricercatore di falli a tutti costi? Non è che pensa di essere un nuovo arbitro con doti superiori? E si mette in competizione con l’arbitro in campo? E poi con i nuovi orientamenti sui falli, se un arbitro fischia poco (20 falli) significa che ha perso almeno 6-7 falli veri, e poi ci sono una decina di falli al 50% che saranno fischiati o dimenticati. Solo 25 sono falli veri. Ma il Var e l’arbitro la pensano uguale sui contatti? Perché è stata tolta l’involontarietà dei tocchi di mano? Tanti dubbi e tanto lavoro per ritrovare il buon arbitraggio. Forza».

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