Calcio italiano
Carraro: «Abodi conosce bene il calcio, ma come può pensare a un ente super partes se è espressione del governo? Non esiste in nessun Paese»
Franco Carraro, ex presidente della Figc e non solo, ha parlato al Corriere della Sera dell’idea del Governo di mettere un organo di controllo nel calcio
Franco Carraro è stato presidente della Figc, della Lega calcio e del Coni, oltre che politico di lungo corso. Al Corriere della Sera ha commentato l’ipotesi di un controllo governativo sui bilanci dei club.
LA CONTRADDIZIONE – «In nessun grande Paese del mondo occidentale, esiste un organo politico che controlla i conti delle società di calcio e basket. Come si può definire l’agenzia che il ministero dello Sport ha in mente di istituire come ente super partes? Come può esserlo se è espressione del governo?».
LA COVISOC – «Intanto voglio dire che la Covisoc non è un organismo dittatoriale. In base a una legge varata sotto il governo Berlusconi, le sue decisioni possono essere impugnate davanti al Collegio di Garanzia del Coni, al Tar del Lazio e al Consiglio di Stato, ben tre gradi di giudizio».
I CONTI DEL CALCIO – «Innanzitutto chiariamo un concetto: sorrido quando leggo del posticipo delle scadenze fiscali concesso ai club. É stato accordato a causa dell’emergenza Covid ed è stato riconosciuto ad ogni settore economico del Paese, anche in misura maggiore. Poi c’è un altro aspetto. Nell’immaginario collettivo lo Stato finanzia lo Sport, ma casomai è il contrario. E poi lo Stato retrocede una piccola parte di quanto incassa attraverso i giochi e le scommesse. Qualche società guadagna dal calcio ma la maggior parte sono in perdita: chiedete alle famiglie Sensi e Moratti, ad esempio. Voglio dire che gli errori di gestione li pagano le società, non ricadono sugli altri».
CONSIGLI AD ABODI – «Conosce bene il calcio, è stato presidente della Lega di B tra i vari incarichi. Il governo deve avere l’interesse sociale a che lo sport sia ordinato e certamente la sua organizzazione è migliorabile. Ma pretendere che la gestione del calcio così come del basket, che ha peraltro un ritorno di immagine inferiore a quello del pallone, passi sotto il governo è inaccettabile».