2015
Borriello: «Milan, Roma e Juve: 0 rimpianti»
E sul futuro: «Voglio giocare ancora per qualche anno»
Non è un attaccante che conta i gol Marco Borriello, che domenica scorsa ha segnato la 100esima rete da professionista Non lo sapeva il centravanti del Carpi, lo ha scoperto dopo la partita. Oggi ritrova il Milan: «Non rimpiango niente. Lì ho imparato tutto: la cultura del lavoro, la gestione della pressione, il rispetto. Nello spogliatoio mi giravo e vedevo solo capitani di ogni nazionale. Nell’anno di Leonardo ho segnato tanto e siamo andati in Champions. Pensavo di restare, da titolare. Invece mi hanno ceduto. Ce l’avevo con Galliani. Aveva deciso di vendermi e se non avessi accettato mi avrebbe messo fuori rosa insieme a Huntelaar. Lui voleva prendere Ibrahimovic e Robinho. E diciamoci la verità: al suo posto io avrei fatto lo stesso… Con Galliani ho fatto pace l’estate scorsa a Ibiza», ha raccontato Borriello a La Gazzetta dello Sport.
ROMA – Non rimpiange nemmeno di essere andato a Roma, al massimo di non aver giocato in coppia con Francesco Totti: «Eravamo considerati in alternativa. Peccato che la Roma non mi abbia dato fiducia. Sarei rimasto lì per tanti anni, ma non giocavo mai: poi cosa avrei raccontato ai nipotini…?». A proposito della Roma, Borriello non ha rivelato cosa manca a Trigoria per vincere lo scudetto: «E’ un ambiente bellissimo, ma anche difficilissimo per le pressioni. Bisogna tenere i nervi saldi. Non c’è in Italia una squadra così ricca di talento. Però si vede che manca qualcosa: io so cosa, ma non glielo posso dire».
GOSSIP – Forse la sua carriera è stata un po’ compromessa dal gossip. Borriello non sa se lo abbia danneggiato, ma è certo che abbia creato un’immagine distorta di sé: «Ho cercato di fregarmene di quello che pensava la gente, ma a tratti ho sofferto. La mia immagine è stata legata al gossip solo perché sono stato fidanzato con Belen, che è la showgirl più famosa degli ultimi 50 anni insieme alla Carrà. Tanti luoghi comuni, ma sono stato sempre un professionista esemplare che ha vissuto e vive tuttora per il suo lavoro. Adesso grazie ai social forse riesco a farmi conoscere meglio. Fortunatamente i dirigenti competenti mi hanno sempre apprezzato».
A “CASA” – Poi parla del Napoli, di cui è stato sempre tifoso: «Scudetti di Maradona? Andavo in giro con la Fiat Uno di papà che aveva il tettuccio apribile. Così mostravo il ciuccio pitturato di azzurro. Se non andavo allo stadio seguivo la partita dalla radiolina rossa della Sony di mio padre: portava fortuna. Scudetto? Il Napoli gioca benissimo e Higuain sposta gli equilibri. Però è tutto aperto. Inter, Juve e Roma possono vincere».
JUVENTUS – Da Napoli a Torino, dove ha indossato la maglia della Juventus. Borriello spiega cosa si porta dentro dell’esperienza bianconera: «Il concetto che tutti eravamo utili e nessuno indispensabile. Un grandissimo allenatore che dava una carica incredibile. E poi Del Piero e Buffon: intelligenza superiore anche fuori dal campo. Conte pretende tanto, ma nelle partite importanti mi ha fatto sempre giocare. Le parole di Buffon hanno fatto cambiare tutto: quando il Re Leone ruggisce il branco lo segue. “Fino alla fine forza Juventus”: è questo il motto, è questo che canta la curva».
TRA PRESENTE E FUTURO – Infine, spiega com’è finito a Carpi: «Merito di Sean Sogliano che adesso è andato via: mi ha dato fiducia. E poi sono sincero: non avevo la fila dietro, solo un paio di squadre. Però io ho ancora tanto da dare. Sono concentrato su questa stagione e sulla salvezza. Nel calcio non si può prevedere il futuro, ma la mia idea è restare a Carpi fino a giugno e poi chissà. Di sicuro giocherò per qualche anno. Castori? E’ un padre, un uomo sincero, schietto, amato alla follia da questa gente. Un valore aggiunto».