2020
Carboni: «Benitez? All’Inter volevamo portare Mascherano e Sanchez»
Amedeo Carboni, collaboratore di Benitez all’Inter, ha affrontati vari temi legati a quell’esperienza ai microfoni de Il Posticipo
Amedeo Carboni, collaboratore di Rafael Benitez durante la sua esperienza all’Inter, ha parlato proprio di quel periodo dopo aver espresso un suo pensiero su Héctor Cupe. Ecco le sue parole:
CUPER – «Cuper era il miglior italiano che ci potesse essere in Spagna. Era un finto burbero: uno sempre zitto che si teneva tutto dentro, ma aveva un cuore grande. C’era un rapporto speciale tra noi: io ero un po’ il vecchio della squadra e lui mi vedeva sempre come un punto di riferimento. Poi avevo la sua stessa mentalità: facevamo difesa e contropiede. Cuper era una persona squisita ma un po’ sfortunata: non so nemmeno quante finali abbia perso…».
BENITEZ – «Rafa è un allenatore un po’ sacchiano: gli piace insegnare calcio ed è bravo a farlo. All’Inter non è andata bene per tanti motivi: la squadra veniva dal Triplete e quell’estate c’era stato il Mondiale che aveva coinvolto tanti brasiliani e argentini e quando siamo partiti in ritiro con la prima squadra eravamo in 13, nessuno di loro era tornato. Avevamo definito con la società tre acquisti importanti: io parlavo coi procuratori, ero l’uomo di fiducia di Rafa e lavoravo con Piero Ausilio e Marco Branca».
MASCHERANO E SANCHEZ – «Volevo portare in nerazzurro Sanchez dell’Udinese, Mascherano del Barcellona e il terzo obiettivo era un altro bel centrocampista. Erano giocatori di primo livello. Pensavamo che la squadra avesse bisogno di un ricambio dopo aver vinto tre titoli in una sola stagione. Malgrado tutto vincemmo due competizioni: perdemmo la Supercoppa europea con l’Atletico ma conquistammo quella italiana e il Mondiale per Club che l’Inter non aveva mai vinto nella sua storia. Poi Rafa fece un’intervista un po’ aggressiva per spingere il presidente a fare acquisti, Moratti la prese male e così abbiamo trascorso il Natale a casa. Dopo di noi comprarono 11 giocatori, ma pazienza: son cose che succedono».