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Giuseppe Capua: «Doping, il caso Pogba è una vicenda singola»

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Giuseppe Capua, presidente della commissione antidoping della Figc, ha parlato a La Gazzetta dello Sport del caso Pogba nella Juve

Su La Gazzetta dello Sport interviene Giuseppe Capua, Presidente della commissione antidoping della Figc. Partendo dal caso Pogba per allargare il discorso alla situazione odierna e a quella del passato.

CASO POGBA – «Voglio fare una premessa: si tratta di una vicenda singola su cui non è giusto intervenire».

I CALCIATORI DI UN TEMPO PRENDEVANO MEDICINALI SOSPETTI – «Io credo che questo tipo di cultura sia stata presente fino a 20-25 anni fa, l’inseguimento dell’”aiutino”, qualcosa che migliorasse la prestazione anche dentro i confini del lecito o che comunque non fosse rintracciabile all’antidoping. Ora tutto questo è cambiato, intanto perché c’è stata anche la crescita della capacità di intercettare il doping da parte dell’antidoping. Sono convinto che in Italia siamo davvero all’avanguardia, come dimostra la grande affidabilità del personale del laboratorio dell’Acquacetosa. E sono contento di poter annunciare una novità allo studio su cui puntiamo molto».

LA NOVITA’ – «Premetto che si tratta di un’iniziativa che dovrà avere il via libera della Wada. Siamo pronti per partire con un prelievo del sangue sul polpastrello, questo ci consentirà sia una pratica meno invasiva, sia la possibilità di avere altri elementi per monitorare la situazione. Sarà un’iniziativa Figc-Nado Italia»

LA CULTURA DELL’AIUTINO SOPRAVVIVE – «Nella base può essere diffusa, forse anche a livello amatoriale. Ma è stato e viene fatto un grande lavoro a riguardo. Noi della commissione antidoping abbiamo visitato tutti i giocatori di tutte le Nazionali, dalle giovanili alla maggiore, conducendo un percorso formativo che a cascata può arrivare a tutto il mondo del calcio. Questi ragazzi possono essere i portavoce di un atteggiamento corretto. E nelle scuole abbiamo portato il progetto “Un goal per la salute” che ha avuto un grande successo».

ZEMAN E IL MESSAGGIO SULLE FARMACIE DA SVUOTARE – «La consapevolezza dei calciatori è il nostro più grande successo. Ma non bisogna abbassare la guardia proprio perché nel momento in cui si abbassa la guardia si amplificano i pericoli».

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