2014
Capolavoro di personalità
Pazzesca punizione di Pjanic: al talento sconfinato ha ora unito il carattere del vincente
SERIE A ROMA PJANIC – La Roma in quel di Parma non ha inscenato la migliore delle sue esibizioni stagionali eppure ha portato i tre punti a casa: le vittorie in campionato sono quattro su altrettante gare disputate, uno su uno in Champions. I giallorossi in questo avvio di stagione vincono sempre: questo il responso corroborato dall’insidioso banco di prova del Tardini.
PROFONDITA’ DELLA ROSA – In estate ci si riempie la bocca di frasi del genere ma poi finché non tocchi con mano non puoi carpirne il reale significato: profondità della rosa può voler dire tutto e niente fin quando non appuri che alterando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. E Garcia ha attinto a piene mani dalle sue dotazioni d’organico senza che, appunto, il prodotto finale subisse scossoni: in retroguardia è stata completamente rimodulata la coppia centrale e gli infortuni di Castàn ed Astori hanno ulteriormente stravolto i piani del tecnico francese – che giocatore Manolas – ed analogo discorso può essere applicato a mediana e pacchetto offensivo.
QUANDO TUTTO FUNZIONA – Sì, perché in attesa di Strootman e di capirne qualcosa in più su Salih Ucan, quando non ha giocato De Rossi ecco Keita con la sua esperienza, Nainggolan ha fatto gli straordinari ma per lui sono ordinaria amministrazione. Del bosniaco ne parleremo dopo. Quando tutto funziona ecco come non preoccupi neanche l’infortunio del colpo dell’estate giallorossa: parzialmente rimandata l’idea di una Roma a tutta birra con Gervinho ed Iturbe sulle ali, l’infortunio occorso all’argentino ha permesso al sempre pronto Florenzi di mettere in mostra le sue migliori caratteristiche ed in ultimo a Ljajic di riprendersi un pezzetto di Roma. Totti e Destro si alternano scientificamente e proprio l’impiego del capitano consente di fornire quell’alternativa logica che personalmente ritenevo e ritengo indispensabile in una squadra che fondamentalmente basa gran parte delle sue ambizioni su corsa e velocità. Quello di una squadra capace di pungere anche quando va piano è l’interrogativo, unico a dire il vero, da confermare nell’immediato futuro ed oltre.
POI SERVE IL GENIO – Tutti ragionamenti condivisibili e si spera apprezzati, quelli appena proposti: la verità poi però si compone anche dell’irrazionalità, del colpo del genio, della massima espressione del talento, dell’illeggibilità del gesto. Nonostante tutte le qualità descritte questa Roma, a due minuti dal termine in quel del Tardini, era ferma sul pari: nulla di disastroso, figurarsi, ma se le ambizioni sono quelle massime dall’altra parte c’è una Juventus che di rallentare non ne vuole sapere. E probabilmente l’eventuale pareggio qualche piccola incertezza in dote l’avrebbe lasciata. All’88’ minuto però la Roma si guadagna un calcio di punizione dal limite dell’area e sul pallone, complice anche l’uscita dal campo di capitan Totti, ci va Miralem Pjanic: quella palla pesa un macigno eppure il bosniaco inventa una traiettoria magica che termina dritta all’incrocio dei pali della porta parmense. Mirante può a malapena guardare ed assistere al colpo di un campione assoluto: classe ’90, Miralem Pjanic ha definitivamente sommato al suo sconfinato talento la personalità. Alla sua pazzesca intelligenza calcistica il carattere del vincente. Ed ora è senza confini.