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Juventus, in manette il capo ultrà Andrea Puntorno: gestiva un traffico di droga

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In manette il capo ultrà della Juventus Andrea Puntorno: avrebbe gestito il traffico di droga per conto di alcuni clan

La tifoseria della Juventus finisce nuovamente sotto la lette di ingrandimento delle autorità dopo le ben note vicende del passato: stavolta a finire nel calderone mediatico è il nome di Andrea Puntorno, celebre capo ultrà bianconero, arrestato dopo un blitz dagli investigatori della Dia. Puntorno, che da un anno aveva fatto ritorno in Sicilia (regione di cui era originario) da Torino, stando a quanto riportato da La Repubblica stamane, gestiva il traffico di droga in società con il nuovo capomafia di Agrigento Antonio Massimino (finito pure lui in manette in compagnia di un’altra trentina di persone).

Puntorno, leader del gruppo organizzato juventino “Bravi Ragazzi”, era già finito una volta in galera, nel 2012, sempre per traffico di droga. Nel 2014 il suo nome era finito nell’inchiesta relativa al bagarinaggio dei biglietti dell’Allianz Stadium per conto di alcuni clan malavitosi di cui si è occupata di recente Report. Proprio in una intervista per la trasmissione di Rai 3, Puntorno si vantava delle proprie attività: «Io non lo nego, anche perché vendere biglietti non è reato. Io personalmente non lo facevo, c’era chi lo faceva per me. Ho fatto tanti soldi, che ho investito in due case e un panificio. Lo sapete i biglietti da dove arrivano: dalla società, è stato sempre così». Eppure, l’ex capo ultrà dichiarava un reddito annuo di appena 2600 euro nonostante lo stile di vita agiato: anche tale particolare avrebbe fatto scattare l’ultima inchiesta agrigentina.

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