2015

Capitani fuori, il destino della Roma e il Napoli che fa 0-0: così è se vi pare

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Turno di campionato singolare: in testa alla classifica nuovamente Inter e Fiorentina, rallentano Roma e Napoli

L’Inter vince il match clou con la Roma e nel complesso lo fa con merito: decide la rete siglata nel primo tempo da Medel, i giallorossi poi – nonostante un discreto atteggiamento, peraltro anche in inferiorità numerica – non trovano però graffio e cattiveria per rimediare. Nerazzurri al comando della classifica, ne approfitta anche la Fiorentina che passeggia al Franchi contro il Frosinone e si riporta in vetta.

LA GIOCATA DEL MANCIO – Mauro Icardi, capocannoniere della scorsa edizione della Serie A e nominato capitano all’età di ventidue anni, va fuori nella sfida cruciale del campionato: gioca Jovetic al suo posto – al momento appare evidente nelle scelte di Mancini l’incompatibilità tra i due – ed i fatti danno ragione al tecnico. La giocata dell’assist decisivo concesso a Medel è sicuramente nelle corde del montenegrino e non nel differente repertorio del centravanti argentino. Facile parlare dopo però: a conti fatti sono bravi tutti ed a questo punto possiamo risentirci direttamente a fine campionato. Riportiamo invece l’orologio alle 20:45 della giornata di ieri: è giusto spedire in panchina capocannoniere in carica e capitano della tua squadra quando affronti l’allora capolista della classifica? La risposta si fa più complessa e – nonostante alcune dichiarazioni di Icardi nel postpartita di Bologna figlie di un eccessivo slancio di onestà – alcuni conti non tornano.

L’ABILITA’ DELLA ROMA NEL PERDERE LE OCCASIONI – Unica, singolare, puntuale nel suo ripetersi: ieri nel teatro di San Siro la grande chance è in mano proprio agli uomini di Garcia, la Roma può centrare la vittoria perché alla vigilia più in fiducia e brillante rispetto alla compassata Inter di Mancini, spedire una diretta concorrente a cinque lunghezze di distanza e lanciare un segnale potente all’intero campionato. Vuoi per una cosa o un’altra, per un aspetto o un altro, alla fine la Roma questo tipo di partita non la vince: sembra puntualmente non essere in grado di farlo, la certificazione arriva poi dall’espulsione – assolutamente evitabile – di quello che è per distacco il miglior calciatore della squadra. Ci casca anche Pjanic, ci casca la Roma che si auto-immette in una settimana da brividi: prima il Bayer Leverkusen per restare aggrappati alla Champions League, poi il derby con la Lazio per non perdere ulteriore terreno in campionato.

LA GIORNATA DI FIORENTINA E NAPOLI – Compiti diversi innanzitutto, giusto premetterlo: gli uomini di Sousa accolgono al Franchi un Frosinone che lontano dal Matusa ha raccolto l’unico rocambolesco punto strappato ai campioni in carica nello scenario dello Juventus Stadium. La pratica è agevolmente risolta dal poker rifilato ai laziali nel primo tempo, merito ad una squadra che ad ogni modo sembra essere in grado di rialzarsi quando le cose non girano per il verso giusto. Il Napoli domina sul Genoa al Marassi e lo fa dal primo all’ultimo minuto di gara: innumerevoli le occasioni create (e sprecate), praticamente nulla è stato concesso alle iniziative dei padroni di casa con Reina impegnato (un’agevole presa alta) in una sola occasione. Siamo già agli antipodi rispetto al recente passato. Resta il rammarico, unica situazione da gestire per Sarri nell’immediato post-gara: la sesta vittoria consecutiva è mancata esclusivamente per ragioni casuali ed è questo che il tecnico dovrà imprimere nella mente dei giocatori se vorrà evitare ogni minimo rischio di contraccolpo psicologico. Sorpassi e controsorpassi, è la nuova Serie A senza padroni.

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