2014
Capitani coraggiosi
Tra citazioni famose ed una storia paradossale: Diamanti al Guanghzou, a febbraio
CALCIOMERCATO DIAMANTI BOLOGNA GUANGZHOU – A mercato (in entrata) chiuso ecco il colpo di scena più annunciato del secolo: Alessandro Diamanti si trasferisce nel campionato cinese al Guangzhou Evergrande Football Club – il team guidato da Marcello Lippi – per la cifra di nove milioni di euro, il calciatore triplica il suo attuale ingaggio andando a percepire tre milioni a stagione per tre anni.
CITAZIONI FAMOSE – Cantava Franco Battiato nel lontano 1981 – due anni dopo sarebbe nato a Prato il buon Alino Diamanti – queste parole nel suo Centro di Gravità Permanente: “Capitani coraggiosi.. vestiti come dei bonzi per entrare a corte dell’imperatore, della dinastia dei Ming”. Il parallelo fa sorridere: innanzitutto quel capitani coraggiosi, con i social network che hanno fatto da eco al malumore della piazza emiliana, scagliatasi con forza contro chi avrebbe dovuto essere il leader della rincorsa ad una salvezza già complessa di per sé. Poi l’imperatore e la dinastia dei Ming: guarda caso quel grande impero che assunse il comando della Cina dal 1368 al 1644. Diamanti si trasferisce in Cina in quel che non è un impero economico ma una società che spende più delle altre – vedi Lippi ed ora Diamanti – nel tentativo di importare tracce di calcio in un Paese storicamente poco avvezzo.
POCO CORAGGIO? – Alessandro Diamanti lascia la nave mentre affonda e questo è un dato di fatto inconfutabile: il Bologna è quartultimo in campionato con la zona calda che dista soltanto un punto, squadra peraltro in caduta libera dopo aver vinto una sola volta nelle ultime dodici gare di campionato. Superfluo sottolineare come il tasso tecnico della proposta calcistica emiliana fosse elevato esclusivamente dalla qualità del trequartista capitano, uomo ovunque del Bologna chiamato a giocare una cifra immisurabile di palloni nel tentativo di unire centrocampo e riferimento offensivo, prova è la circostanza per cui sia proprio lui il giocatore che ha subito il maggior numero di falli finora in campionato. Cinque assist ma anche cinque gol per una fonte esauribile di gioco e redditività: va via per scarso coraggio? Il fattore ambientale ha pesato: palesi in tal senso le scene a cui si è assistito in Bologna-Udinese, con Diamanti a chiedere il supporto del pubblico e gran parte dello stesso a rispondere con fischi assordanti.
MA PERCHE’ VENDERLO ORA? – Ha inciso in maniera strutturale – impensabile nasconderlo – anche il fattore economico: a 30 anni per Diamanti è il contratto della vita. Strettamente dal lato portafoglio, s’intende: il declassamento insito nel trasferirsi in un campionato tecnicamente a livello minimo è un chiaro passo indietro nello sviluppo di una carriera di fatto terminata. A meno di clamorosi ritorni nel calcio che conta. Quindi sul coraggio o meno è difficile interpretare: lasciamo il giudizio alle sensibilità dei lettori, certamente c’è da dire come Diamanti abbia scelto di non sposare – o smettere di farlo – la causa rossoblu. Bologna ora lasciato alle sue sorti. Per chiudere una domanda alla società: ma perché venderlo ora? Il forte interesse cinese era storia nota sin dalle prime battute della sessione invernale di calciomercato. Cedere allora per poi reinvestire (almeno una parte) in un credibile sostituto, no? Ed invece il paradosso: comunicato ufficiale di chiusura delle trattative, Diamanti resta a Bologna. Chiusura del mercato in entrata, cessione di Diamanti. E Bologna che non può più intervenire sul mercato. O non voleva, fate voi.