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Capello: «De Rossi ha personalità sin da giovanissimo. E sa comunicare più di Mou»
Fabio Capello, ex allenatore della Roma, ha parlato di De Rossi e del suo momento a La Gazzetta dello Sport
Ex allenatore della Roma, Fabio Capello oggi osserva i progressi di Daniele De Rossi, un giocatore che ha lanciato proprio lui. Ecco il suo racconto a La Gazzetta dello Sport.
L’ESORDIO DI DANIELE – «Aquilani giocò un primo tempo così così, solo “passaggini” orizzontali, nulla a che vedere con quello che faceva in allenamento. All’intervallo gli dico: “Alberto, fai quello di cui sei capace”. Ma niente, era bloccato. Così a un certo punto lo sostituì. Poi feci entrare Daniele. Ecco, De Rissi giocò come in allenamento. Sa che vuole dire? Personalità. A fine stagione dissi alla società: “Aquilani va in prestito, ma quest’altro resta qui con me”»
DA CENTROCAMPISTA A TECNICO – «Per giocare in quel ruolo devi già essere un allenatore in campo, perché hai la visione d’insieme: lanci l’attacco e proteggi la difesa, tenendo d’occhio la posizione di compagni e avversari. De Rossi era un calciatore con un’intelligenza tattica superiore e non mi stupisce che oggi stia avendo risultati in panchina».
LA CRESCITA DI PELLEGRINI – «É sotto gli occhi di tutti, infatti c’è chi pensa male, ricordando come giocava con Mou. Ma io credo che non sia solo Pellegrini. Prendete Celik, De Rossi l’ha rivitalizzato. O la scelta di Svilar in porta. Tutto nasce da quanto sei credibile nello spogliatoio. Se i calciatori ti riconoscono, poi ti seguono. Contro il Milan El Shaarawy ha fatto una gran partita a destra, pur essendo più a suo agio a sinistra, ma ha capito che il sacrificio fosse necessario per la squadra, grazie a quanto trasmesso dall’allenatore».
I PROBLEMI CON MOURINHO – «Non posso saperlo, ma credo che c’entri pure la comunicazione. A Lecce la Roma ha fatto maluccio e De Rossi si è detto insoddisfatto della prestazione dei suoi. Il messaggio era “potete far meglio di così”. Mou, invece, ha spesso criticato la qualità della rosa e forse qualcuno non l’ha presa bene…».
IL CALCIO DI DE ROSSI – «Possesso, attenzione, rapidità. Rispetto alla Roma di Mou, porta più uomini nell’area avversaria, proprio perché gli esterni e Pellegrini adesso sono più coinvolti».