Hanno Detto

Capello: «Monza, Berlusconi e Galliani bravissimi nel capire le qualità di Palladino»

Pubblicato

su

Fabio Capello è stato una creatura di Silvio Berlusconi, che gli affidò il Milan nel 1987 come vice di Liedholm, per poi riprenderlo come allenatore dopo il ciclo di Arrigo Sacchi. A La Gazzetta dello Sport l’opinionista di Sky ha parlato del Monza e della scelta di puntare su Raffaele Palladino.

LA SCELTA DI BERLUSCONI E GALLIANI – «Hanno avuto l’intuizione di aver capito prima degli altri le qualità di Palladino. Pensavo fosse una scelta provvisoria: quando si passa dalla Primavera alla prima squadra la maggior parte delle volte è per rispondere a un’emergenza. Invece ha dimostrato grande capacità nella gestione tecnico-tattica della squadra e il gruppo lo ha seguito, ha avuto fiducia in lui. Ha capito cosa serviva fare in poco tempo».

LE QUALITA’ DI PALLADINO – «Ha cercato di dare consistenza a ogni reparto alzando l’attenzione difensiva. Ha trasmesso la leadership al gruppo. E non la impari: o ce l’hai o non ce l’hai».

BERLUSCONI AL MILAN – «Ho avuto un rapporto bellissimo con lui. Non ho mai avuto problemi, se non quello di striscio sull’utilizzo di Savicevic. Cambiammo modo di giocare, facemmo squadra pur di sostenere un talento come quello di Dejan. Se nel 1997 ho lasciato il Real per tornare al Milan è stato solo per riconoscenza nei confronti di Berlusconi».

GALLIANI AL MILAN – «Un quotidiano confronto sui temi di campo. Si parlava di calcio con lui e Ariedo Braida, sempre presenti al campo».

ESAMI – «Sei sotto esame da circa 40 persone tra dirigenti, giocatori e staff più loro due. E devi convincerli quando ti confronti. Devi convincerli che quello che proponi è la strada giusta».

Exit mobile version