2020
Capello: «Il Milan è in testa perchè se lo merita e può restarci fino alla fine»
Fabio Capello ex tecnico, tra le altre, di Milan e Juve ha parlato al Corriere della Sera della corsa scudetto. Queste le sue parole
Fabio Capello, ex tecnico di Milan e Juve tra le altre, ha parlato al Corriere della Sera della corsa scudetto. Queste le sue parole.
SCUDETTO – «Il Milan è da scudetto. Non deve sognare, ma a pensare in grande. Perché la differenza è sostanziale: sognare in grande possono farlo tutti, pensare in grande no. E il Milan ora può farlo. Anzi, deve. La vittoria di Napoli è stata una prova di forza impressionante. Ma mi ha colpito enormemente anche il successo sulla Fiorentina, per la facilità, la risolutezza. Il Milan lì si è imposto da grande, senza soffrire, gestendo, come le grandi squadre. Senza ansia. E soprattutto, senza Ibra».
ASSENZA IBRAHIMOVIC – «Se può risentirne? Non credo. Ora Ibrahimovic è molto più maturo, è diventato un leader vero. Non si limita più a portare i suoi gol, la sua differenza. Ora è un leader adulto. La squadra ha recepito la sua voglia di vincere, la sua mentalità. Basta guardare il linguaggio del corpo».
ASSENZA DI PUBBLICO – «San Siro quando borbotta si sente. Inevitabile che sui giovani potesse incidere. L’atmosfera ovattata, da accademia, dà loro una mano: possono esprimersi senza la paura e l’ansia di sbagliare un passaggio. Ma credo che fosse così soprattutto in estate. Ora l’autostima è diversa. Sono sicuro che, pubblico o non pubblico, oggi il Milan sarebbe comunque là in cima».
SERENITÀ – «Giocano spensierati, liberi, senza ossessioni, si vede. Ma con un’identità precisa. Sanno cosa vogliono: vincere. E devono continuare così. Ora è un passaggio delicato, toccherà a Pioli, alla società, ai dirigenti: bisogna trovare la chiave mentale per gestire il momento, alzare pian piano gli obiettivi senza alzare le aspettative. «Una delle poche certezze del calcio è che le squadre giovani possono solo migliorare. La sottovalutazione riguarda altro, anzi un altro».
PIOLI – «Ha meriti enormi che secondo me non gli vengono riconosciuti appieno. Già in passato, con la Lazio, con la Fiorentina, Stefano aveva dimostrato di essere un signor allenatore, con idee, personalità. Aveva bisogno di tempo e di fiducia. Tenerlo quest’estate era la scelta giusta. E ora si vede».
MALDINI – «Un lavoro da applausi, quello di Paolo. Anche nella costruzione della squadra».
DIFFICOLTÀ AVVERSARIE – «Inter e Juve hanno un bagaglio tecnico e di scelte che chiaramente le riporterà a essere protagoniste, hanno rose grandi e ricche. La Lazio è un enigma, l’Atalanta dipende da come prosegue la Champions, il Napoli è strutturato. Ma il Milan, fidatevi di me, sta lassù perché se lo merita. E può restarci fino alla fine».