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Fabio Capello: «Inter, quanto TEMPO ci metterà a tornare quella dell’anno scorso? Ecco da COSA DIPENDE. C’è il rischio della PRESUNZIONE, i BIG devono evitarla»

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Le parole di Fabio Capello su quella che sarà la stagione dell’Inter e sulle possibilità di replicare quello che è stato fatto


Il pareggio al debutto dell’Inter ha fatto discutere. Su La Gazzetta dello Sport ne parla Fabio Capello, uno che di scudetti in serie ne ha vinti e sa come si fa a mantenersi continui ad alti livelli.

IL 2-2 DI GENOVA – «Partiamo da una premessa: in un campionato lungo 38giornate, la prima impressione non è quella che conta. Detto questo, sabato ho rivisto solo un giocatore all’altezza dell’Inter dello scudetto, Thuram, e devo ammettere che la cosa mi ha sorpreso, visto l’Europeo sottotono giocato dal francese. Gli altri compagni, invece, erano piuttosto lontani dal ritmo e dall’aggressività della squadra che ha dominato la scorsa stagione. Bisogna aspettare e vedere quanto tempo impiegherà l’Inter a tornare quella dell’anno scorso. E sì, è fondamentale che Lautaro, Barella e Calhanoglu tornino presto ad avere fame. Sono le tre anime della squadra».

L’INIZIO DI STAGIONE – «All’inizio di stagione incidono più fattori, primo fra tutti la condizione fisica: Lautaro, tra Coppa America e ripresa degli allenamenti in anticipo, non si è praticamente fermato, Calha ha giocato un buon Europeo arrivando fino ai quarti… Normale non siano ancora brillanti. Il pericolo semmai è un altro. Non vorrei che i tre leader, e di conseguenza il resto dei giocatori, si approcciassero alle partite come nel finale della scorsa stagione, quando lo scudetto era già vinto. Contro il Genoa ho visto una squadra che si è sopravvalutata e che ha sottovalutato gli avversari: sembrava che i giocatori dell’Inter pensassero “Vinceremo facilmente”».

I 2 GOL PRESI – «Se guardiamo ai gol, si è trattato più che altro di errori individuali: una valutazione errata di Sommer e una ingenuità di Bisseck. All’Inter però è mancata la voglia di sacrificarsi l’uno per l’altro che era il marchio di fabbrica dello scudetto: in fase di non possesso vedevamo un attaccante e nove giocatori pronti a rientrare, con il Genoa non è successo e Inzaghi si è giustamente preoccupato. La formula dell’Inter è vincente proprio per questo: qualità più sacrificio».

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