Calcio Estero
Cantona: «Il calcio francese non ha storia: meglio la Red Star del PSG»
Le parole di Eric Cantona, ex leggenda del Manchester United, sulla sua nuova carriera musicale, con un singolo che uscirà domani
Dopo il cinema Eric Cantona, leggenda del Manchester United, debutta anche nel mondo della musica. L’eclettico ex calciatore francese è in uscita domani con un singolo, The friends we lost che sarà disponibile sulle piattaforme streaming e ha in programma una piccola tournée tra Manchester, Londra e Dublino in autunno. Di seguito le sue parole, rilasciate in un’intervista a Le Parisien.
PASSIONE PER LA MUSICA – «Ho sempre pensato che cantare su un palco davanti a un pubblico dovesse essere la cosa più intensa da vivere, che potesse fornire un’adrenalina simile a quella che crea lo sport. A casa ascoltavamo molta musica, mio padre amava l’opera. I miei genitori erano poeti. Scrivo da sempre, amo la musicalità e la poesia delle parole, la libertà che si trova in esse. Devo molto anche al mio incontro spirituale, a 18 anni, con Arthur Rimbaud e Jim Morrison. Non sempre so di cosa parleranno i miei testi. Ci sono frasi che nascono così, da una parola. Amo dare libero sfogo all’inconscio».
SE SI VEDE COME PRESIDENTE DI UN CLUB – «Ci vogliono molti soldi per questo. Non posso permettermelo (ride). Amo ancora il calcio. Ma ci sono alcuni abusi che mi piacciono di meno. Se diventassi presidente, ma non accadrà, sarebbe di un club un po’ rock’n’roll, che avrebbe conservato la sua anima. Alcuni l’hanno persa. Come l’Arsenal, che ha lasciato lo stadio di Highbury per un altro, sponsorizzato, più grande, da 80.000 posti. Questo posto era comunque ricco di storia! E i tifosi sono nostalgici. Riesci a immaginare il Manchester United fuori dall’Old Trafford? Liverpool fuori Anfield Road?».
CALCIO FRANCESE – «Il calcio francese non ha storia. È l’unico paese al mondo in cui la stessa città non ospita due squadre. Quindi sì, ci sono persone che amano il calcio, ci sono veri tifosi, ma non abbastanza per avere due club in una città. E sarò anche un vecchio coglione, ma preferisco sostenere il calcio che ha un’anima, che ha qualcosa che mi tocca. Dalla parte di Parigi, preferirei andare a vedere la Red Star (seconda squadra di Parigi, ndr.), a Saint-Ouen, piuttosto che il Psg».
MONDIALI BOICOTTATI IN QATAR E CALCIO E POLITICA – «Da quando è diventato popolare, il calcio è sempre stato usato politicamente. Gli esempi abbondano. Nel 1978, in Argentina, si svolsero i Mondiali sotto la dittatura di Videla, che ne approfittò per pronunciare un discorso di libertà. La nazionale è stata incoronata campione del mondo allo stadio Monumental. Allo stesso tempo, a 500 metri di distanza, le persone venivano torturate. Hanno sentito la folla e quindi la vittoria della dittatura».