Dinamo Zagabria Milan, Cannavaro: «Conceicao chiede tanto ai suoi e temo Leao, anche io non sarei riuscito a fermarlo… Ecco chi sono i miei giocatori migliori»
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Dinamo Zagabria Milan, Cannavaro: «Conceicao chiede tanto ai suoi e temo Leao, anche io non sarei riuscito a fermarlo… Ecco chi sono i miei giocatori migliori»

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Le parole di Fabio Cannavaro, tecnico della Dinamo Zagabria, prima dell’ultima partita di Champions League del girone contro il Milan

Domani sera il Milan dovrà passare da Zagabria per staccare il pass per gli ottavi di Champions League. Lì vi incontrerà la Dinamo e Fabio Cannavaro, l’altro italiano insieme a Gattuso finito in Croazia ad allenare da quest’anno. Il Pallone d’oro del 2006 si è raccontato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.

GATTUSO – «Rino ha aperto una strada e naturalmente l’ho chiamato quando la Dinamo mi ha proposto un contratto. Mi ha detto: “Una bella squadra, qui si sta bene e puoi lavorare”. Non ho risposto subito sì perché speravo in una chiamata dall’Italia. Ma non potevo sperare all’infinito».

ZAGABRIA – «E chi l’ha vista? Dormo in hotel, vado al campo alle 8 e mezza, esco alle 8 e mezza di sera con lo staff. Mia moglie sta cercando casa, ho anche una stanza allo stadio. Come Spalletti a Castelvolturno…».

I SUOI MIGLIORIO GIOCATORI – «Di Susic si parla tanto, un bel centrocampista. Baturaina è già in nazionale. Il giovane Luka Stojkovic, un centrocampista che promette. E cerchiamo di recuperare Petkovic, per noi è importante».

COSA CHIEDE AI DIFENSORI – «Concentrazione totale. Meglio un difensore scarso ma concentrato, di uno bravo ma distratto».

IL MILAN DI CONCEICAO – «Sergio è un amico e del suo Milan mi piace una cosa: non molla mai. É una squadra che alterna momenti di grande entusiasmo e cali improvvisi, normale quando chiedi un calcio dispendioso, ad alto livello. Per noi, niente errori in uscita e gestiamo meglio il pallone: un errore e ci castigano».

IL PERICOLO NUMERO UNO – «Leao è lo spauracchio di tutti. Se è motivato può fare la differenza sempre. Se ha grandi spazi, con la sua corsa elegante, nell’uno contro uno ti brucia. Magari nello stretto hai più chance. Io con lui avrei faticato perché da terzino ero in difficoltà».

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