2014

Campagna: «Via dal Settebello solo per la Juventus»

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Il ct della nazionale azzurra di pallanuoto si candida per un posto in bianconero.

SETTEBELLO JUVENTUS CAMPAGNA – La Juventus e la pallanuoto sono gli amori di Alessandro Campagna, che ieri con il Settebello ha visitato lo Juventus Museum. Il commissario tecnico della nazionale azzurra di pallanuoto ha parlato proprio dei bianconeri ai microfoni di “Tuttosport”, partendo dal pareggio del Bentegodi: «Guardando la partita mi sono arrabbiato molto, ma già dopo l’Inter, perché negli ultimi 20 minuti potevamo prendere 2 o 3 gol. Non puoi rischiare di buttare una partita così. Quindi, visto che s’è ripetuto, il problema legato all’attenzione è serio. In tutti gli sport. Io sul lato attentivo ho lavorato molto. Nello staff ho preso la miglior psicologa dello sport, strappandola a Mourinho: Bruna Rossi. Ha lavorato undici anni all’Inter. Nel periodo buio e in quello dei successi, fino a Mancini. Poi è arrivato Mourinho e non l’ha considerata. E io ne ho approfittato per prenderla. Valuto i giocatori anche secondo il parametro dell’attenzione. Nei criteri di valutazione dei giovani, a parità di talento privilegio chi ha più tenuta mentale. Significa che li testiamo e li monitoriamo sempre. Prima, durante e dopo le manifestazioni. I ragazzi sanno che è un parametro importante, quindi stanno naturalmente più attenti. E’ deve essere così anche quando subentra la stanchezza. E’ una situazione che va allenata».

CONDOTTIERO – E poi Campagna ha parlato di mister Conte: «La Juve ha i mezzi per dominare in campionato, ma questi errori di testa non puoi permetterteli a livello europeo. E la Juve deve ambire a vincere la Champions. Per farcela Conte dovrebbe andare all’estero o restare? Restare. Proprio per vincere in Europa e lasciare un’impronta internazionale come Trapattoni e Lippi.  Per me la Juve in due o tre anni può riuscirci».

SOGNO BIANCONERO – «Ho sempre detto che lascerei il Settebello solo per la Juve. Mi piacerebbe un ruolo come quello che ha avuto Estiarte nel Barcellona di Guardiola. Riuscire dove non ce l’hanno fatta Velasco o Montali. Il problema è che non so se nel calcio ci sia un’apertura verso chi non viene da quel mondo. Sbagliato, perché le problematiche dello spogliatoio sono uguali in tutti gli sport di squadra. Chissà, Antonio la pensa come me su tante cose…».

SUPERMARIO – Infine, su Balotelli: «Oggettivamente con me non giocherebbe tanto. Ti fa vincere due o tre partite, ma alla lunga è il gruppo che vince».

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