2014

Cambiare allenatore in corsa, conviene davvero?

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Dirsi addio non è mai facile, a meno che tu non occupi un ruolo dirigenziale in un club della nostra serie A. Sono già nove i tecnici che hanno ricevuto il ben servito ( per modo di dire, visto che continuano a percepire regolarmente lo stipendio), quasi la metà di quelli in azione in questa stagione. C’è chi, come il Catania, è già ritornata sui suoi passi per salvare una stagione che non avrebbe mai immaginato cosi in salita. “Non si possono cambiare undici giocatori, serve un segnale e allora paga l’allenatore” il ritornello più cantato negli ultimi anni. La nostra missione è quella di analizzare caso per caso quanto effettivamente il cambio di guida tecnica ha portato la stessa intenzione sotto il profilo dei risultati.

CATANIA CHE CONFUSIONE – I rossoazzurri nelle ultime stagioni avevano abituato fin troppo bene i propri sostenitori, tra salvezze mai sofferte e l’Europa League sfiorata nella scorsa stagione. A giugno salutano due pilastri come il ‘Papu’ Gomez e Francesco, salvo poi tornare indietro sui propri passi. La partenza è stata disastrosa, la squadra centra una sola vittoria in otto giornate e Pulvirenti. il 20 ottobre, decide di esonerare Maran. Arriva De Canio, desideroso di tornare protagonista dopo diversi anni in naftalina. Con il tecnico materano il Catania centra due vittorie e due pareggi in undici partite, una media da 0.72 punti a partita. Non la reazione che ci si attendeva, con Maran la squadra viaggiava a una media di 0,87 punti, differenza impercettibile ma che ha portato il club etneo a richiamare, su richiesta di parte dello spogliatoio, il vecchio tecnico. La squadra risponde bene, si compatta e strappa due pari a reti inviolate dalle trasferte di Milano sponda Inter e Parma. In crescita.

SASSUOLO PAPERONE – Discorso diverso quello relativo al Sssuolo, una matricola al primo anno in A ma con una proprietà da posizioni nobili della classifica. Il signor Mapei in estate non sferra colpi da novanta, salvo l’arrivo di Marrone dalla Juventus in coppia con Zaza. Confermato il mister della scalata alla Serie A, Eusebio Di Francesco che aveva tutte le intenzioni di misurarsi con la massima categoria dopo la cocente delusione di Lecce. Arrivano risultati di prestigio, i due pareggi ottenuti in trasferta contro Roma e Napoli e la vittoria per 4-3 che sancisce la fine del rapporto tra Allegri e il Milan. Non basta al buon Eusebio, la squadra fallisce molti scontri diretti, vuoi per inesperienza, vuoi per quella voglia di stupire con un gioco offensivo che poco si addice a una neopromossa. Il 27 gennaio il Sassuolo opta per il cambio, Di Francesco saluta con 17 punti totalizzati, una media di 0.80 a gara. Numeri non troppo scadenti, la distanza tra le concorrenti è minima ma fa specie che adesso Malesani potrà avere a disposizione una squadra rivoluzionata dagli innesti di mercato: Sansone, Cannavaro, Ariaudo, Floccari e Brighi, solo per citarne alcuni. Per Malesani il lavoro non pare essere cosi facile, a lui il compito di assemblare una squadra qualitativamente più forte ma il tempo stringe. Incognita.

PER IL LIVORNO LA GRINTA DI MIMMO – Il Livorno è la società con meno possibilità economiche delle tre che sono salite in A. A Paulinho e all’emergente Nicola vengono affidate le speranze salvezza. L’avvio non è poi cosi male, arrivano dei buoni risultati e l’ambiente pare compattarsi. Con il passare delle partite alcuni limiti della rosa amaranto vengono a galla, Nicola prova a fare di necessità virtù ma la classifica piange. Il tredici gennaio Spinelli decide di mandare via il tecnico della promozione, in effetti la media punti di 0.62 a gara che è ben al di sotto anche di quelle raccolte da Maran a Catania e Di Francesco a Sassuolo. Dopo la breve e contestata parentesi Perotti ecco la grinta di Mimmo Di Carlo che potrà contare sul talento di Ishak Belfodil per questa seconda parte di stagione. Mina vagante.

IL CHIEVO TENTA IL NUOVO MIRACOLO – IL cambio di panchina al Chievo ha portato un timido ma significativo cambio di tendenza. Sannino viene esonerato il 12 novembre dopo il pari a reti bianche di San Siro. Strano? Forse un pò si ma il gruppo aveva sfiduciato il tecnico campano. Solo 6 punti in dodici partite mentre Corini fa molto meglio con il doppio dei punti totalizzati rispetto al suo predecessore. Media che passa dallo 0,5 al punto a gara. Al genio di Corini il compiti di salvare ancora una volta i clivensi. Scelta azzeccata

IMPRESA BOLOGNA – Il Bologna sta vivendo una delle stagioni più difficili della storia. Una crisi societaria e di risultati culminata con l’esonero di Pioli, l’8 gennaio scorso, e l’addio del giocatore più rappresentativo Alino Diamanti. Con il tecnico di Parma la squadra viaggiava a una media di 0,66 punti a partita, una media che preoccupava come la prestazione di Catania che ha sancito la fine della sua era al Bologna. Adesso spetta a Ballardini ottimizzare al massimo le risorse presenti in rosa, l’avvio non è stato cattivo con sei punti in cinque partite, impreziosito dai pareggi con Lazio e Napoli e la vittoria di Torino. Una svolta serviva, inutile girarci intorno.

SAMP A MISURA DI SINISA – Il cambio in panchina che ha portato i risultati migliori è senza dubbio quella di Delio Rossi con Sinisa Mihajlovic sullla panchina della Sampdoria. Il tecnico serbo ha rivoluzionato una squadra che pareva senza mordente in un undici che adesso gioca bene, diverte i tifosi e conquista punti. Una media da Europa League, ben 1,72 punti a partita e la delusione del derby cancellata due settimane fa, grazie a Maxi Lopez, una sua scelta precisa. Chapeau Sinisa!

GASPERSON E IL SUO GENOA – Le scommesse non funzionano al Genoa che aveva puntato molto sull’ex tecnico della Primavera Fabio Liverani che verrà ricordato solo per la netta vittoria nel derby di andata per 3-0. Alla sesta torna in sella un idolo dei tifosi genoani come Giampiero Gasperini che ridà convinzione ma sopratutto punti al gruppo: una media leggermente inferiore a quella del ‘cugino’ Mihajilovic, 1,52 a partita.

NUOVA ERA AL MILAN – Quella del Milan è forse la stagione peggiore della sua storia. Tanti gli errori commessi sia in sede di campagna a acquisti che di scelte, come quella di confermare un allenatore già ampiamente sfiduciato dal suo Presidente e dalla maggior parte dei tifosi. Massimiliano Allegri aveva perso il sorriso, il suo Milan non correva ma camminava e d è incappato in una figuraccia nella trasferta con il Sassuolo dove riusci nell’impresa di prendere ben quattro reti. Con il tecnico livornese i rossoneri viaggiavano a una media di 1,15 punti a partita, buona se si deve lottare per la salvezza, meno se ti chiami Milan. Adesso la scommessa Seedrof e il suo gioco offensivo, troppo presto per fare confronti.

L’ESPERIENZA DI REJA PER LA LAZIO – Terminiamo questa nostra analisi con la Lazio di Lotito, presidente vulcanico e sempre pronto allo scontro. Non ultimo quello con Petkovic dove nel giro di pochi mesi si è passati dall’amore e d’accordo ai tribunali. Il numero uno biancoceleste ha sottolineato a più riprese la cattiva gestione di Petkovic in questa stagione e i numeri gli danno ragione. Per il momento Reja viaggia alla media di due punti a partita contro l’1,17 del suo predecessore. I conti si faranno alla fine ma la sensazione è che i biancocelesti hanno ripreso forza e convinzione nei propri mezzi, autostima allenata dal saggio Reja.

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