2012

Calcioscommesse, Gianello: “Dispiaciuto per comportamento Grava e Cannavaro”

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CALCIOSCOMMESSE NAPOLI GIANELLO – Intervistato da Il Mattino, Matteo Gianello, ex portiere del Napoli accusato di aver tentato di combinare il match risalente al 2010 perso a Genova contro la Sampdoria per 1-0 cercando di convincere alcuni compagni, ha ribadito la propria difesa: “Ho detto il vero e sono stato trattato come un bandito, messo da parte da tutti. Sono stato tradito da quel poliziotto che credevo fidato. È stato lui, con quello che ha scritto, non certo io, a gettare fango sull’immagine del Napoli in questi mesi. Ho avuto un’esitazione, ho travolto il mio senso etico dicendo di sì alla richiesta di Giusti. Ma l’ho fatto solo per togliermelo di mezzo, perché ero stufo delle sue continue telefonate. La mia condotta morale fino a quel giorno è stata sempre esemplare“. Le scommesse non erano roba per lui: “Solo menzogne, mai giocato in vita mia. Sono state dette tante fandonie sul mio conto: io guadagnavo bene e mi bastavano i 200mila euro all’anno dell’ingaggio“. Tuttavia gli ex compagni Gianluca Grava e Paolo Cannavaro lo hanno denunciato: “Sì, l’ho letto. Non mi hanno mai cercato, né io ho cercato loro. Mi spiace: tra noi c’era una bella amicizia“. Il giocatore spiega poi a fondo la sua verità su quanto gli viene contestato dalla giustzia sportiva: “Ho fatto una cosa stupida. Sono andato nello spogliatoio e ho detto quelle cose a Cannavaro e Grava. Un attimo dopo mi ero già pentito. Appena mi hanno mandato a quel paese mi sono detto: “che cosa idiota che ho fatto”. Non mi sono dato pace. Ho raccontato l’episodio al poliziotto che mi stava sempre dietro e il 15 giugno del 2010 mi chiama Fassone, allora dg del Napoli, per dirmi che devo andare in Procura con un avvocato. Da quel momento in poi il Napoli mi ha tagliato: e pensare che stavamo trattando il rinnovo del contratto“.

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