2013

Calciopoli, retroscena: un’altra telefonata rovescia il processo?

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Domani la sentenza della corte di appello di Napoli per il processo penale di Calciopoli.

CALCIOPOLI – Cresce l’attesa per domani, giorno della sentenza e nel quale si conoscerà il giudizio della corte di appello di Napoli per il processo penale di Calciopoli. Si discuterà probabilmente della nuova intercettazione, spuntata tra quelle dimenticate dagli inquirenti e ritrovata tra quelle ignorate. L’ha trovata Nicola Penta, il consulente dei legati di Moggi, che ha continuato le ricerche sulle telefonate del processo. In tale intercettazione ci sono Leonardo Meani, addetto agli arbitri del Milan, e Salvatore Racalbuto, arbitro della Serie A, che parlano di Roma-Juventus di qualche giorno prima, viziata dai gol in fuorigioco. Racalbuto è uno dei cardini dell’accusa di Calciopoli, secondo cui è uno degli elementi di spicco dell’associazione a delinquere coordinata da Luciano Moggi: ma l’arbitro per quegli errori fu fermato per nove partite, a dispetto di quanto affermato dall’accusa, secondo cui “gli associati” non venivano fermati, ma avevano anzi vantaggi.

L’ERRORE – Stamane “Tuttosport” ha riportato tale telefonata: Meani: «Se lui alza quella bandierina lì…». Racalbuto: «E’ finito, è finito tutto Leo. Lui mi ha mandato a putt… la partita, capito?». Meani: «E’ vero, è vero». Racalbuto: «Già c’ho avuto la sfiga di essere estratto per questa partita, una sfiga enorme». Meani: «E’ vero… Se venivi a fare la nostra». Racalbuto «Esatto, ma che ca… me ne fregava a me!». La telefonata continua. Meani: «Perché lì che siano entrai in campo con l’idea di menarsi è vero, eh…». Racalbuto: «Ma tu non hai idea che ambiente c’era, Leo, anche quando siamo arrivati. Già c’era un muro non si riusciva a passare. Insulti, un casino pazzesco. La squadra della Roma che hanno preso a calci e pugni perché non gli sembrava il pullman della Roma… cioè l’ambiente era troppo ostile. Io sono convinto al 100% che chiunque avesse fatto questa partita sarebbe andato nei casini, chiunque andava nella merda, chiunque! Leo credimi…. Poi Pisacreta non me l’ha mandata nella merda, di più!». Meani: «Ma che ca… ha combinato ‘sto ragazzo? Cosa gli è successo? Di solito non fa quegli errori, è uno bravo». I due concordano, insomma, che gli errori non sono di Racalbuto e la chiacchierata, per i toni e per gli interlocutori è da considerare assolutamente genuina.  Meani: «Il problema grave è che ti buttano tutte le colpe a te». Racalbuto: «Esatto, chi gli dice niente a Pisacreta. E’ tutta colpa mia!» Meani: «Hai sentito il Processo del Lunedì?». Racalbuto: «No, ho cercato di staccare e non ascoltare». Meani: «Adesso inizieranno a dirti che in Serie A non puoi più andare…». Racalbuto: «Esatto, che c’hai un dubbio?». Meani: «E i giornalisti ti ammazzano… Non hai visto che hanno attaccato anche me? Non hai letto?». Meani: «Adesso non voglio fare l’uccello del malaugurio, ma a te la Serie A fino alla fine dell’anno non te la fanno più fare…». Racalbuto: «Io torno ad arbitrare dopo Pasqua! Vedrai…». Meani: «Anche perché la campagna mediatica è stata mostruosa, il Corriere dello Sport ti ha ammazzato… E non è colpa tua, ma tutta colpa di Pisacreta».

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