2016
CN24 Awards 2016: i procuratori più influenti di agosto
Calcionews24 Awards: la classifica dei procuratori e degli intermediari più influenti del mese di agosto 2016. Tra i primi domina Mino Raiola, nell’altra categoria trionfa per il secondo mese di fila Beppe Bozzo…
La classifica dei procuratori e degli intermediari più influenti del mese di agosto 2016:
PROCURATORI – AGOSTO 2016
10. DIEGO TAVANO – Procuratore di Sebastian De Maio. Avevamo già accennato a luglio della trattativa che aveva portato il difensore francese dal Genoa ai belgi dell’Anderlecht. Ebbene, ad agosto accenniamo allora anche a quella che ha portato il medesimo giocatore dall’Anderlecht alla Fiorentina (in prestito). In un’intervista Tavano ha spiegato che la scelta di De Maio di lasciare il Belgio a così breve termine dal suo approdo è dettata da motivi famigliari: il ragazzo è diventato nuovamente padre e voleva riavvicinarsi a casa. Prendiamo atto del fatto che De Maio abbia scoperto di essere diventato papà solo dopo essersi accasato a Bruxelles. Certo, magari l’addome levitato della sua compagna avrebbe dovuto fargli sorgere più di un sospetto: ci sta avesse mangiato troppi carboidrati, ma in genere l’amatriciana non fa venire le doglie. Insomma, a questo benedetto ragazzo nessuno aveva spiegato che il Belgio non è proprio a uno sputo dall’Italia? Due sono le cose: o De Maio sta alla geografia come Donald Trump sta alla diplomazia, o Tavano dovrebbe cominciare a studiarsi scuse migliori per giustificare affari già messi in piedi da mesi. Sempre che dire la verità gli faccia proprio schifo. Bonus per le capacità di mercato. Malus poi per tutto il resto.
9. GIUSEPPE RISO – Procuratore di Leonardo Capezzi. Il passaggio del centrocampista dal Crotone alla Sampdoria è programmato per la prossima stagione, tutto già ufficiale. Il ragazzo, per chi non lo ricordasse, era uno dei giocatori preferiti del Matteo Renzi, noto tifoso viola, ai tempi della Fiorentina. Con la lungimiranza che si ritrova il nostro Premier, se tanto mi dà tanto, non è utopistico pensare a Capezzi ridotto a rubare il rame dai binari abbandonati tra dieci anni: #Leonardostaisereno. Riguardo a Riso: bonus per aver concluso bene un mercato positivo. Malus perché io ancora sto qui che aspetto il colpaccio promesso.
8. ANDREA CATTOLI – Procuratore di Achraf Lazaar. Cattoli è presente in tutte le classifiche di mercato che redigiamo, segno evidente che qualcosa, bene o male, riesce sempre a fare. Il problema sono tutte altre: durante il resto dell’anno Andrea diventa un ectoplasma. Non mi fregano quella decina di interviste rilasciate durante il campionato per parlare del nulla cosmico: sono comunicati standard che quasi tutti i procuratori rilasciano a giro per segnalare la propria esistenza nei periodi morti. Bonus per l’affare Laazar – Newcastle: non scontato ed in linea con un progetto tutto sommato interessante come quello della gazze bianconere. Malus perchè… ma Lazaar non doveva finire a giocare la Champions con Roma e Monaco? Che fine hanno fatto tutte le belle ambizioni del passato?
7. ANDREA D’AMICO – Procuratore di Alberto Aquilani. Nell’era della spending review il riciclato sicuro fa sempre la sua porca figura, poi ammetto senza problemi che, almeno una decade fa, Aquilani era uno dei miei prospetti preferiti in Italia. Il Pescara non è una brutta squadra e Massimo Oddo non è un brutto allenatore: a mio personalissimo e sindacabile giudizio, in termini di mercato, di meglio col materiale (un po’ paccato) a disposizione non si poteva fare. Bonus a D’Amico per la capacità di rivendere comunque bene l’usato (vedasi Marco Borriello) a disposizione senza troppa fatica. Malus perché sarebbe più simpatico se la smettesse di rilasciare vuote interviste ovunque come un reduce qualsiasi di un reality show.
6. MARIO GIUFFREDI – Procuratore di Mirko Valdifiori. Mario ha spiegato in un’intervista che Maurizio Sarri non voleva cedere il centrocampista al Torino perché sarebbe potuto tornare utile, però non lo faceva giocare granché. In effetti l’allenatore del Napoli applica un turn-over da governo di Prima Repubblica: gira e rigira, in campo sono sempre le stesse facce. Bonus perché il Torino è una squadra solida con ambizioni forti. Malus perché l’avventura di Valdifiori a Napoli, a questo punto, non può che non essere etichettata come un mezzo fallimento e questo un napoletano doc come Giuffredi non può non ammetterlo…
5. TULLIO TINTI – Procuratore di Alessandro Matri e Roberto Soriano. Continuo ad invidiare la sincera coerenza di Tinti, che se ne sbatte bellamente di classifiche, interviste, marchette e baraccone mediatico da fine impero. Chi sostiene, come ho letto, che un super-procuratore come TT stia scomparendo dal mercato, non c’ha capito una ceppa di niente. Tinti è ancora vivo e non si limita più ad esercitare la propria influenza semplicemente su un certo numero di giocatori e colleghi, ma su interi complessi di squadre, come il Sassuolo appunto: tutto perfettamente lecito. Bonus per le capacità, decisamente sopra la scarsa media attuale (e non me ne vogliano gli altri, è la verità). Malus per l’incapacità cronica nel sapersi e volersi adeguare all’andazzo moderno: tutto molto romantico, ma purtroppo antico.
4. SERGIO BERTI – Procuratore di Nikola Maksimovic e Lorenzo De Silvestri. Non aprirò la disputa vecchissima su cosa sia Berti per il neo-difensore del Napoli: se un amico, un conoscente, l’intermediario di Fali Ramadani o una sorta di vero e proprio procuratore, perché ormai lo segue da così tanto tempo da vicino (oltre tre anni) che sarebbe quantomeno vano disquisirne ancora. Bonus per la capacità di equilibrio geopolitico che Berti riesce a mantenere in tutti i rapporti di mercato, anche i più tumultuosi (via, male, Maksimovic da Torino, dentro De Silvestri e tutti contenti). Malus perché pretendere chiarezza da lui sarebbe come chiedere a un Testimone di Geova di non usare il citofono.
3. FEDERICO PASTORELLO – Procuratore di Antonio Candreva. Fine della telenovela: menomale, perché non se ne poteva sinceramente più. Non molto da aggiungere rispetto a quanto già detto, anche da altri, sull’affare con l’Inter: buono e redditizio, non serviva altro che fosse altrimenti. Bonus a Pastorello per la straordinaria qualità di piacere molto alle società. Malus perché resta indecifrabile il suo lavoro e non voglio ripetermi ancora…
2. ALESSANDRO LUCCI – Procuratore di Juan Cuadrado. Tanto bravo che anche lo stesso giocatore gli ha reso pubblicamente omaggio. Nelle trame tra Juventus e Chelsea, mai come in questo caso, il lavoro del procuratore ha fatto la differenza e visto che parliamo appunto di Juventus e Chelsea, non di Pizzighettone e Fatebenefratelli, è giusto renderne merito in maniera obiettiva. Bonus perché Lucci ha composto un capolavoro di mercato oltretutto appena in tempo per la fine della sessione, tra l’altro con modalità di trasferimento assolutamente vantaggiose (il prestito triennale strappato dalla Juve al Chelsea, ai ritmi del calcio di oggi, è quasi del tutto equiparabile ad un trasferimento a titolo definitivo, tanto per sottolineare come dal punto di vista del giocatore non cambi una ceppa, al più il problema di non poter eventualmente monetizzare sarà della società). Malus perché fondamentalmente Lucci resta Lucci: non è Mino Raiola, non è Jorge Mendes e non è nemmeno Tinti, non ha l’hype di un big (e di conseguenza non può permettersi di snobbare quel minimo di mediaticità che potrebbe fruttargli chiudere affari del genere) e non è nemmeno tanto vecchio da poter far finta che certe dinamiche non lo riguardino. Resta Lucci: un procuratore italiano conosciuto all’estero per qualche affare buono, però chiuso nella sua provincialità.
1. MINO RAIOLA – Procuratore di Paul Pogba. Primo posto più scontato delle birre Best Brau all’Eurospin. Dell’affare dell’anno è già stato detto e il contrario di tutto, soprattutto da tutti, cioè anche da personaggi che di dinamiche del mercato ne capiscono quanto io ne capisco di testate nucleari nordcoreane. Inutile dunque aggiungere troppe considerazioni: la questione è già diventata suo malgrado nauseante così. Bonus perché, citando un rapper napoletano, “se i sord’ so nu’ difett’, teng’ tutti i difetti ru munn. Se i sord’ so nu’ vizio, semp’ meglio ru fumm'” (trad: se i soldi sono un difetto, ho tutti i difetti del mondo. Se i soldi sono un vizio, sempre meglio del fumo) e Raiola alla perfezione risponde a quell’identikit lì: c’è di meglio, ma c’è sicuramente anche di molto peggio. Malus perché dietro l’affare Pogba potrebbe nascondersi l’ombra di un TPO (molto) ben mascherato: se per acquistare il cartellino di un calciatore metti già in conto a priori di dover spendere una quota fissa e ulteriore a quella già stabilita dalla società cedente per pagare il suo procuratore… Fate voi.
MAGLIA NERA: SILVIO PAGLIARI – Procuratore di Manolo Gabbiadini. Ancora lui, per la seconda volta quest’anno, si cuce indosso la maglia nera: praticamente la sua divisa. Pagliari non è un simpaticone, ma la cosa sconvolgente è che non fa nulla per nasconderlo: sarebbe auspicabile che, a differenza di altri procuratore “diversamente simpatici”, provi almeno a sforzarsi di esserlo o quantomeno rifugga le luci della ribalta. Invece no. Lui, ostinato, continua ad intrattenersi in interviste senza un filo di logica calcistica. L’ultima, a mercato aperto, aveva un tono perfino ricattatorio: qualora il Napoli avesse preso un altro attaccante oltre a Arkadiusz Milik, allora Gabbiadini sarebbe volato altrove. E sì che gli azzurri c’hanno provato fino alla fine a prendere una punta, pensate se ci fossero riusciti: minimo Pagliari avrebbe minacciato la secessione o la terza guerra mondiale. Tra l’altro, fossi abbastanza scaltro da mettere in piedi una riflessione sensata, potrei pure dire che “minacciare” il Napoli, cioè la società più ostica d’Italia, non è la mossa più furba del mondo, specie se sei il procuratore di Gabbiadini e non di Cristiano Ronaldo ed il tuo potere contrattuale è lo stesso di mia madre quando a 28 anni mi dice ancora che se non metto la maglietta della salute la notte i topini mi mangiano il naso. Meditiamo gente, meditiamo.
INTERMEDIARI – AGOSTO 2016
5. CRISTIAN SFARA – Intermediario di Rodrigo Caio per l’Italia. Avrei potuto menzionare, onestamente, altri nomi, come quello dello stesso Tinti (intermediario di Giancarlo Gonzalez per l’Italia), ma perché privarmi del piacevole gusto di menzionare un semi-sconosciuto procuratore? Bonus all’intraprendenza. Malus perché Caio è rimasto lì…
4. VINCENZO MORABITO – Intermediario di Simone Zaza per l’Inghilterra. Non è la prima volta che la Juventus si affida a lui, che aveva già piazzato al West Ham United Angelo Ogbonna. I martelli di Londra sembrerebbero avere una certa propensione autolesionistica a prendere mezzi bidoni dai bianconeri, ma a noi questo interessa relativamente poco nell’ambito di un discorso di mercato. Bonus per aver messo piede in un affare evidentemente già messo su da altri, ma comunque finalizzato a dovere. Malus perché io, fossi in lui, parlerei più degli affari portati a termine in prima persona che di tanto altro…
3. FEDERICO PASTORELLO – Intermediario di Mario Pasalic per l’Italia. So che l’opinione comune è che Pastorello sia il suo agente, ma fintanto che non vedrò un mandato di rappresentanza col giocatore firmato a modino, è già tanto ritenerlo un semplice intermediario. Bonus perché, non so come, Pastorello riesce sempre a infilarsi dentro qualche affare. Malus perché questo probabilmente era l’affare sbagliato e magari in questo caso sarebbe stato più saggio non esporsi in primissima persona. Vedete? A parlare troppo…
2. CLAUDIO VIGORELLI – Intermediario di Joe Hart per l’Italia. Se non altro per la storia granata degli ultimi anni, l’affare potrebbe essere molto più che interessante. Claudio resta un signore, per giunta simpatico, poco incline coerentemente a farsi pubblicità. Se pensiamo che c’è chi si vanta da anni di avere l’intermediazione di Axel Witsel in Italia senza aver mai chiuso mezza riga di contratto… Il mondo del calcio è come un minestrone: c’è bisogno di un po’ tutti, ma è chiaro alcuni ingredienti alla fine risultino più gradevoli di altri. Bonus perché, seppure a piccoli passi e con piccoli contributi, Vigorelli comincia a farsi strada nell’autarchico mercato inglese (che non è particolarmente apertissimo agli operatori di mercato italiano). Malus perché è lecito aspettarsi sempre un pochettino di più da chi ha la capacità per farlo.
1. BEPPE BOZZO – Intermediario di Marko Rog per l’Italia. Per il secondo mese di fila in testa alla classifica degli intermediari e questo è tutto dire nei confronti degli altri, visto che quest’anno non è che Bozzo avesse iniziato in quarta la sua “nuova” carriera. Sull’affare, complicato, di per sé si sa già tutto. Bonus perché Bozzo sul mercato croato è a casa sua ed il mercato croato nei prossimi anni starà al mondo del calcio come il cartello di Pablo Escobar è stato al mondo della droga negli anni ’90. Malus a me per essermi pippato troppe puntate di Narcos in una volta sola e a Bozzo perché l’affare Rog è ottimo non può essere il top.
SITUAZIONE GENERALE – Nella classifica annuale dei procuratori lotta serrata a tre tra Raiola, Pastorello e Moggi, entrambi con due titoli mensili ciascuno. In quella degli intermediari invece testa a testa tra Bozzo e Giovanni Branchini, con due titoli mensili l’uno.