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Tante cessioni, tanti acquisti: il calciomercato (rischioso) del Verona

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Il calciomercato del Verona tra tanti arrivi e tanti addii. Quando il bilancio prende il sopravvento sui risultati sportivi

Come descrivere in poche parole il calciomercato del Verona? Risposta abbastanza semplice, utilizzando le parole di Aldo Baglio in “Chiedimi se sono felice”: gente che entra e gente che esce. Battute a parte, i gialloblu si ritrovano in una situazione abbastanza delicata sia dal punto di vista dei risultati che per quanto concerne il bilancio della gestione Setti: da diversi anni in negativo e con la necessità di vendere sempre i migliori pezzi pregiati.

Il Verona è attualmente in zona retrocessione, ma a soli tre punti dal quindicesimo posto che gli permette di sperare ancora nella salvezza, anche se vendere l’ossatura della squadra a gennaio per risollevare le casse della società può diventare abbastanza fatale, soprattutto in un contesto dove la lotta contro il tempo è determinante.

Andando per gradi sono partiti Ngonge (Napoli), Hien (Atalanta), Terracciano (dove il Milan ha avuto la meglio sulle dirette concorrenti), Hongla (Granada), Faraoni (Fiorentina), Kallon (Bari), Doig (Sassuolo) e infine Djuric (Monza): tutti con delle cifre importanti per poter permettere di tappare, ma anche di investire. Dall’altra parte sono arrivati Noslin, Tavsan e Belahyane (non escludendo anche qualche altro arrivo).

Arma a doppio taglio. Già, perché se da una parte è giusto tenere dei bilanci sani, dall’altra cambiare tutto può complicare le cose per Baroni: uno/due ci possono stare, ma una grande fetta della rosa è troppo rischioso. Certo, il miracolo Salernitana è stato qualcosa di straordinario e al tempo stesso impensabile, ma rimane tale rispetto ciò che ha bisogno il Verona adesso, dove sarà l’unione e soprattutto la capacità dei nuovi singoli di saper fare la differenza: in più la forza dei tifosi che devono trovare entusiasmo dopo settimane di contestazione.

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